Bocciati tutti gli uomini del presidente: De Luca salva solo il figlio. In Campania Pd al 16%

30 Set 2022 17:16 - di Valerio Falerni
De Luca

Una sconfitta clamorosa. Eppure non rilevata dalla stampa nazionale, che l’ha infatti confinata nelle sue edizioni locali. Parliamo di Vincenzo De Luca, o’ Sceriffo, il super-irascibile governatore della Campania. Il voto di domenica si è rivelato per lui e per il suo ramificatissimo sistema di potere un vero bagno di sangue. Tanto che gli anti stanno già alzando il tono della voce per far arrivare a Roma il loro grido di dolore. Per la verità lo ha fatto anche lui, in omaggio al vecchio principio che la miglior difesa è l’attacco. Infatti ha già tuonato contro il Pd nazionale accusandolo di scarso radicamento territoriale, di distanza dai problemi veri dei cittadini e di aver catapultato sui territori gente di fuori. Non è che però sia andata meglio ai suoi candidati.

Non eletto neppure il vice di De Luca in Regione

A cominciare dal suo vice a palazzo Santa Lucia, il potentissimo Fulvio Bonavitacola, sconfitto nel feudo di Salerno da Pino Bicchielli di Noi Moderati, la sigla di Maurizio Lupi. Stessa sorte è toccata all’altro fedelissimo, Luca Cascone, presidente in Regione della commissione Mobilità, sconfitto da Attilio Pierro, del centrodestra. Non si è salvata neppure la candidata dell’uninominale Senato di Salerno, Anna Petrone, battuta da Antonio Iannone di FdI. Insomma, se si esclude la (difficoltosa) rielezione del figlio di De Luca, Piero, la performance elettorale del governatore si è rivelata un vero disastro. I numeri, del resto, parlano chiaro: sotto il Vesuvio il Pd ha raccolto uno striminzito 16 per cento che lo mette tre punti sotto la già deludente percentuale nazionale.

Mezzo partito contro il governatore

E dire che De Luca si era impegnato ad occuparsi «direttamente» della Campania. Lo ufficializzò nero su bianco in una replica ai suoi detrattori interni che lo accusavano (e lo accusano) di aver messo in piedi un sistema di potere trasversale e personale che aveva del tutto snaturato la sinistra in Campania. Il voto di domenica scorsa sembra confermare questa analisi. Ma De Luca poco se ne cura. Come dicevamo, è già passato all’attacco non disdegnando neppure di lanciare un pensierino alla segreteria nazionale. In alternativa, mira al terzo mandato da governatore. Insomma, o’ Sceriffo non lascia, raddoppia.

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