Vaiolo delle scimmie, parte la vaccinazione: lo Spallanzani fa da apripista. Chi può farla
All’Istituto Spallanzani di Roma sono iniziate le prime vaccinazioni in Italia contro il vaiolo delle scimmie. «In questi due giorni sono già pervenute allo Spallanzani oltre 600 richieste di prenotazione spontanee e circa 200 sono già in appuntamento per la vaccinazione a partire da oggi». Lo sottolinea in una nota l’Inmi Spallanzani. Secondo il piano del ministero della Salute, alla Regione Lazio sono state consegnate 1.200 dosi.
Vaiolo delle scimmie, prime vaccinazioni allo Spallanzani di Roma
«In accordo con la circolare del ministero della Salute del 5 agosto 2022, la vaccinazione non ha carattere di massa, ma è diretta alle persone a maggior rischio di infezione da Monkeypox virus, come le persone gay, transgender, bisessuali e altri uomini che hanno rapporti sessuali con uomini (Msm), che rientrino in una serie di criteri di rischio, e il personale di laboratorio con possibile esposizione diretta a orthopoxvirus. Il vaccino è l’Jynneos (Mva-Bn), vaccino antivaioloso basato su virus vaccinico vivo, Ankara modificato, non replicante, approvato da Ema per la profilassi del vaiolo delle scimmie», ricordano gli specialisti dello Spallanzani.
Vaiolo delle scimmie, la selezione delle persone candidate
L’Istituto Spallanzani, individuato dalla Direzione regionale Salute del Lazio come polo regionale per questa vaccinazione, ha iniziato già da sabato scorso a selezionare le persone candidate mettendo a disposizione una mail pubblica (vaccinomonkeypox@inmi.it) e contando sulla collaborazione della rete dei Centri di malattie infettive, Centri Hiv, Ambulatori Prep, Centri per la salute sessuale presenti sul territorio regionale, e sul forte supporto delle associazioni Lgbtqia+, associazioni di lotta all’Hiv, e del Checkpoint di Roma, presso le cui sedi sarà anche possibile la selezione delle persone a rischio, mediante protocollo condiviso con l’Istituto romano.
Vaia: «C’è stata grande partecipazione»
«Sono iniziate questa mattina allo Spallanzani le prime vaccinazioni per il vaiolo delle scimmie alle categorie a rischio come dettato dal ministero della Salute. C’è stata una grande partecipazione e questo significa che le persone hanno compreso la validità dello strumento vaccino. Ribadiamo che non è una malattia grave ma occorre chiudere subito questa partita e far sì che non si estenda al resto della popolazione». Così in un videomessaggio il direttore generale dell’Istituto per la malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, Francesco Vaia.
Ciccozzi: «La mortalità in Italia è pari a zero»
Per Massimo Ciccozzi, «era giusto offrire il vaccino anti-vaiolo alle categorie più a rischio e solo a quelle, perché altrimenti non avrebbe avuto senso, anche se ricordiamo che la mortalità» per vaiolo delle scimmie «in Italia è pari a zero». Serve però, dice all’Adnkronos il responsabile dell’Unità di Statistica medica ed Epidemiologia della Facoltà di Medicina e Chirurgia del Campus Bio-Medico di Roma, «lavorare molto sulla prevenzione di una malattia sessualmente trasmessa e sappiamo bene alcune regole che sono molto semplici. La quarantena se si è positivi, evitare i rapporti sessuali promiscui, utilizzare sempre il preservativo. La migliore prevenzione è stare attenti».
Bassetti: «Non si è voluto agire per rispettare il politically correct»
«Le vaccinazioni anti-Covid sono iniziate con colpevole ritardo e nelle altre regioni non partiranno prima di altre settimane, mentre si dovrebbe fare di tutto per evitare di arrivare anche lì a numeri elevati. La colpa è del ministero della Salute che ha sottovalutato il problema, non si è voluto agire per rispettare il politically correct e siamo in ritardo di due mesi rispetto ad altri Paesi Ue». Lo sottolinea all’Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova.
«Ora dobbiamo correre e fare una campagna vaccinale ad agosto non è semplice. Le persone non possono prendere e andare a Roma per vaccinarsi, spero si parta subito anche in altre regioni. Abbiamo 30mila casi in 80 paesi, oltre 500 in Italia. Il vaiolo delle scimmie è endemico. Ora dobbiamo mitigarne gli effetti».