Meloni rilancia: «Pronti a difendere i confini dell’Italia, stop a chi sbarca illegalmente»

19 Ago 2022 12:54 - di Sara Gentile
Meloni

«Dal 2011 ad oggi, ovvero da quando la sinistra è al governo, sono sbarcati sulle coste italiane più di 800.000 migranti. Quasi un quinto, oltre 140.000 persone, solo negli ultimi due anni». Lo sottolinea in un video dal titolo “Pronti a difendere i confini dell’Italia”, Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia.

Meloni: «Solo l’8% ha ottenuto il diritto ad asilo»

«Anche con una interpretazione molto generosa – spiega la leader di FdI – delle norme sui rifugiati che è stata applicata dall’Italia in questi anni solamente l’8% di chi è sbarcato illegalmente ha ottenuto il diritto ad asilo o protezione. Gli altri, per la quasi totalità uomini soli adulti in età da lavoro, sono semplicemente immigrati illegali. Una situazione insostenibile, anche in termini di sicurezza, per l’Italia e per l’intera Europa».

«Blocco navale ce lo chiede l’Europa»

Giorgia Meloni nel video continua: «Proprio l’Unione europea da anni chiede agli Stati membri, e in particolare all’Italia, di difendere i confini nazionali ed europei. Nel 2017 la Commissione ipotizzava un blocco navale, si proprio il blocco navale, per fermare la partenza dei barconi e le morti in mare, e numerose altre volte ha chiesto misure serie e concrete di rafforzamento delle frontiere esterne e di cooperazione con i Paesi terzi per il contrasto all’immigrazione illegale. È il contenuto anche del nuovo patto Ue per la migrazione e l’asilo voluto da Ursula Von der Leyen. Questo è l’unico caso, in pratica, in cui “ce lo chiede l’Europa” ma non piace alla sinistra e non va bene».

«Ribadire il principio che in Italia si entra solo legalmente»

La leader di FdI poi puntualizza che «Fratelli d’Italia propone il blocco navale perché, come abbiamo spiegato mille volte, si tratta una missione europea in accordo con gli Stati del Nord Africa per fermare, insieme a loro, la tratta di esseri umani e istituire in territorio africano hotspot gestiti insieme all’Unione europea, dove vagliare le richieste di asilo e distinguere chi ha diritto alla protezione internazionale da chi quel diritto non lo ha. Vogliamo ribadire – conclude – un principio semplice: in Italia si entra solo legalmente, perché non facciamo gestire i flussi migratori verso la nostra Nazione da criminali, scafisti o peggio da chi vuole destabilizzare la nostra Nazione e l’Europa».

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