Eutanasia, il rammarico di Fico: «Non avere una legge è una sconfitta. Il fine vita va legalizzato»

5 Ago 2022 11:42 - di Redazione
Fico

Nessuna polemica per la mancata ricandidatura, sebbene ricopra il ruolo di terza carica dello Stato. Ma il bilancio di fine legislatura stilato da Roberto Fico è ugualmente amaro per il mancato varo della legge sul fine-vita (l’eutanasia) ritornata d’attualità dopo la scelta di Elena, malata terminale residente nella provincia veneziana, che ha scelto di morire a Basilea, in Svizzera, attraverso la tecnica del suicidio assistito. Ad accompagnarla, il radicale Marco Cappato, che per questo rischia una pena fino a 12 anni di carcere. Proprio Capato ha ispirato il «rammaricato» post su Facebook di Fico per «il mancato via libera del Parlamento a una legge sul fine vita». Ha parlato per questo di «sconfitta della politica».

Fico ricorda la storia di Elena

«Ho letto le parole di Cappato – scrive il presidente dell’assemblea di Montecitorioche in questi giorni ha accompagnato in Svizzera la signora Elena, che ha deciso di porre fine alla propria sofferenza». Fico sottolinea le  difficoltà e il dolore sottesi a tale decisione. Non a caso la definisce «una scelta che merita profondo rispetto» e che «interroga le nostre coscienze». Da qui il suo «rammarico» per il mancato via libera «in questa legislatura» ad una normativa sul fine vita. Tanto più, aggiunge il presidente della Camera, che «una legge che sarebbe stata necessaria per dar seguito alla sentenza della Corte costituzionale e per fornire risposte alla nostra comunità su un tema estremamente sentito, delicato e complesso».

«Le istituzioni non tergiversino più»

Fico ha poi ricostruito il lavoro fatto dal Parlamento. «La proposta approvata da Montecitorio in prima lettura – ha ricordato – era frutto di un compromesso tra le forze politiche. Sarebbe stato un primo passo, una prima doverosa risposta alle attese e alle angosce di tanti cittadini. Ma non è stato sufficiente e questa legislatura si concluderà senza una legge. È una sconfitta per la politica a cui occorre porre rimedio – ha auspicato -. Chi è malato, chi soffre, non può aspettare, non merita il tergiversare delle istituzioni. Bisogna riconoscere il diritto di scegliere, fino alla fine. Serve – ha concluso – intervenire non solo con questa norma sul fine vita ma con un vero e proprio provvedimento che legalizzi l’eutanasia».

 

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