Eutanasia, tornano i radicali: organizziamo noi i “viaggi della morte”
Tornano i radicali, con una delle loro battaglie storiche: il sì all’eutanasia. E lo fanno con l’autodenuncia di Marco Cappato che ha aiutato Dominique Velati, militante radicale e malata terminale, ad ottenere il suicidio assistito in Svizzera, a Berna, dove è deceduta il 15 dicembre. L’iniziativa è stata presentata in una conferenza stampa nella sede del Partito radicale da Marco Cappato, Mina Welby e dal segretario dell’associazione ‘Luca Coscioni’, Filomena Gallo. Si tratta, ha spiegato Cappato, di un ulteriore “salto in avanti: prima fornivamo a chi lo chiedeva solo informazioni per prendere contatti con la Svizzera, ma ora aiuteremo concretamente i cittadini a preparare tale atto sul territorio italiano, e ciò si configura come reato. Abbiamo anche aperto il sito Soseutanasia.it per una raccolta fondi. Se non saremo fermati, continueremo ad aiutare le persone che lo chiedono ad andare in Svizzera per ottenere il suicidio assistito”.
Annuncio choc sull’eutanasia
Non è la prima volta che i radicali, attraverso annunci choc, tentano di attirare l’attenzione su temi che la politica non affronta perché sugli argomenti etici sono coinvolte le coscienze prima ancora delle ideologie. Allo stesso tempo è triste il fatto che tra le tante iniziative che un partito politico può prendere o proporre i radicali ritengano di mettere al primo punto in agenda l’assistenza a chi vuole suicidarsi. Di sicuro c’è però che la mancanza di regole certe sul fine-vita incoraggia atti di “disobbedienza civile” come quello annunciato da Cappato il quale, oltre a fare un po’ di macabra pubblicità a un movimento che appare da tempo “in sonno”, si augura che il Parlamento si assuma “le proprie responsabilità esaminando la proposta di legge di iniziativa popolare sul fin-vita depositata già nel 2013”.