Conte si mette nelle mani di Grillo: «Abbiamo fatto pace». Messaggio al Pd: tenetevi Di Maio

8 Ago 2022 12:22 - di Liliana Giobbi
conte

Anche Giuseppe Conte si prende la sua personale vendetta col Pd. Tutto si gioca sulle “porte”: il M5S è stato sbattuto fuori dalla porta. E ora dice che il Pd si è chiuso le porte da solo. Quindi (almeno per ora) non ci sono possibilità di accordo, nemmeno uno straccio d’intesa. È il gran rifiuto del rifiutato. «Noi siamo persone serie, i giochetti o i balletti non ci piacciono. Andiamo orgogliosamente da soli», ha detto Conte, ospite a Radio Capital. In questo modo ha ribadito che i 5Stelle non cercheranno di riallacciare i rapporti con il Pd per costruire un’alleanza elettorale. «Noi nelle ammucchiate non entriamo», ripete a Morning news su Canale5. «Entrare in una coalizione in cui c’è tutto e il contrario di tutto, per aiutare qualcuno che è rimasto fuori dalle danze non ci interessa. Il Pd ha dimostrato di preferire la ridente forza politica di Di Maio e Tabacci».

Conte e il Pd, l’amore è finito

Porte chiuse quindi? «Il Pd si è chiuso le porte da solo, si è messo in imbarazzo da solo. Noi oggi non siamo stizziti, abbiamo constatato che con il Pd non c’era un progetto sociale adeguato». E ancora: «Nell’ultimo decreto del governo Draghi, quello aiuti bis ci sono per i lavoratori 6-8 euro in più al mese. Una misura che consideriamo inadeguata. Adesso il Pd ci propone una agenda Draghi. Non ci sono proprio i presupposti politici programmatici per tornare ad una alleanza».

La questione dell’agenda Draghi

«Per noi, i 9 punti presentati a Draghi prima della crisi, restano urgenze del Paese. Il salario minimo a 9 euro l’ora, la stabilizzazione dei contratti determinati, questa non è la nostra agenda. Sono temi e questioni prioritarie del paese. Erano cose su cui volevamo confrontarci. Il risultato è stato, “via il M5S”. In questi contesti, con queste coalizioni, che fiducia possono avere gli elettori?», si chiede Conte.

Conte dà un ceffone a Di Maio

Parlando poi di Luigi Di Maio, Conte aggiunge: «Mi dispiace per la parabola che sta compiendo. Sentirlo abiurare e rigettare alle ortiche i principi e valori sulla base dei quali sono entrato in politica mi provoca profonda tristezza».

…e si affida a Grillo

«Con Grillo ci sentiamo spesso, tutti i giorni. Ci confrontiamo in questa fase particolarmente delicata. Abbiamo fatto pace da tantissimo tempo. Quell’incomprensione iniziale è stata superata, siamo concentrarti sulle cose giuste per il paese. Cerchiamo di offrire una proposta seria credibile che possa cambiare il paese».

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