Quando era la sinistra ad insultare Brunetta, il bodyshaming diventava body shower…

25 Lug 2022 20:41 - di Marzio Dalla Casta
Brunetta

Conoscete la differenza tra bodyshaming e body shower? Praticamente nessuna se di mezzo c’è Renato Brunetta. L’attuale ministro è da ieri quasi oggetto di culto a sinistra dopo aver svelato in tv la propria sofferenza per gli attacchi subiti dopo la sua decisione di lasciare Forza Italia. In particolare, dopo aver lamentato il trattamento ricevuto via Instagram da Marta Fascina, la compagna di Silvio Berlusconi. E lì è partita la corsa della sinistra a puntare il dito contro il bodyshaming, censurabile pratica che indica il dileggio di una persona per i suoi difetti fisici. E Brunetta è basso di statura. Peccato solo che sia lo stesso ministro oggetto in passato di analoghi “affettuosi massaggi” ad opera della parte politica che ora gronda indignazione da ogni poro.

Brunetta e quell’intervista al Corsera

Se ne trova traccia in un’intervista resa dallo stesso Brunetta al Corriere della Sera il 25 maggio del 2013: «D’Alema mi ha chiamato energumeno tascabile, Furio Colombo mini-ministro. La damnatio di Gino Strada, la “seggiola” di Dario Fo, gli psicologismi d’accatto di Francesco Merlo, per cui la mia politica sarebbe frutto del mio complesso… Bastaaa!!!». Uno sfogo tanto sincero quanto doloroso. Ma se qualcuno pensa che in quell’occasione si sia levata una voce, una sola, in difesa del Renato nazionale, si sbaglia di grosso.

Il berlusconiano più riabilitato di sempre

Tant’è: quando è la sinistra ad insultare per i difetti fisici il bodyshaming diventa body shower, cioè  ultra-delicato e profumatissimo bagnoschiuma da spalmarsi ovunque con vero piacere. Fosse solo questo. Il salto della quaglia ha riabilitato Brunetta non solo nel suo aspetto fisico («sei un gigante», gli ha urlato più d’un goscista), ma anche sotto il profilo politico. Già, il tremendo, irascibile e rissoso ministro berlusconiano è solo un ricordo del passato. Al suo posto c’è ora uno statista che tutto il mondo ci invidia. «E poi dice che uno si butta a sinistra»: e ora vai dire che Totò non aveva capito tutto.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *