Scosse di assestamento in Forza Italia, l’addio al veleno del gelminiano Caon

23 Lug 2022 19:43 - di Eleonora Guerra
Forza Italia

Scosse di assestamento in Forza Italia, alla quale oggi ha annunciato l’addio il deputato Roberto Caon, ex leghista considerato vicino alla già fuoriuscita Mariastella Gelmini. Un addio, quello del deputato veneto non particolarmente elegante, visti i toni con cui si è consumato. «Oggi FI non rappresenta più gli ideali di libertà e si è ridotta a costola del più becero populismo illiberale, razzista e qualunquista», ha sostenuto Caon, spiegando di aver «sempre creduto e portato avanti in Parlamento i valori liberali della democrazia, garantita anche dal Patto Atlantico, del libero mercato e dei diritti del singolo individuo».

L’addio poco elegante del deputato Caon a Forza Italia

Ora, benché non sia chiarissimo quando, concretamente, Forza Italia avrebbe tradito questi ideali, resta il fatto che per Caon la decisione del partito di non votare la fiducia a Draghi è stata solo «la goccia che ha fatto traboccare il vaso». Dunque, lo strappo più violento su un tessuto valoriale che sarebbe stato già lacerato. «Lascio il partito del presidente Berlusconi per continuare a rappresentare i valori che mi hanno portato in Parlamento e che non intendo tradire per meri interessi elettorali», ha quindi assicurato il deputato, con un comunicato rilanciato sulla sua pagina Facebook insieme a una foto in cui tiene in mano un cartello stradale di lavori in corso.

I retroscena parlano di una decina di prossime uscite

Secondo alcuni retroscena, Caon, che nella sua vita leghista era stato un tosiano, sarebbe il primo di un gruppo di gelminiani pronti a dare l’addio agli azzurri. I nomi che si fanno sono quelli di Giusy Versace, Claudia Porchietto, Erica Mazzetti, Annalisa Baroni, e si basano sul fatto che sono stati gli unici parlamentari che con dichiarazioni scritte hanno difeso l’ex ministro della Pubblica istruzione quando in una intervista al Corriere della sera, che di fatto ne ha sancito l’uscita dal partito, ha criticato i vertici forzisti per aver staccato la spina a Draghi.

Ma i potenziali transfughi aspettano le mosse di Gelmini e Carfagna

Caon però aveva già anticipato la sua decisione. «Se si fosse arrivati al voto anche alla Camera avrei fatto come Cangini e avrei votato in dissenso», ha detto al Foglio, che oggi parla di una decina di parlamentari pronti a uscire, ma ancora in attesa di vedere cosa faranno le due ministre transfughe di riferimento: oltre a Gelmini, anche Mara Carfagna, sebbene non abbia ancora formalizzato lo strappo. A quest’ultima farebbero riferimento i parlamentari campani Paolo Russo, Luigi Casciello, Marzia Ferraioli e Antonio Pentangelo. Nessuna truppa in mobilitazione, invece, riferita per Renato Brunetta, anche lui, come Gelmini, volato nel gruppo misto.

«Dove andranno entrambe è ancora difficile da ipotizzare», scrive il Foglio, riferendosi alle sole Gelmini e Carfagna e ricordando che «Calenda le ha invitate esplicitamente entrambe in Azione e negli scorsi giorni anche il senatore dem Andrea Marcucci chiedeva al Pd di aprire un’interlocuzione con loro (e con Renato Brunetta)». Insomma, quale che sia la scelta, almeno per Caon sarebbe un bel salto: dalla Lega al Pd o a Calenda, passando per Forza Italia. Sempre, però, portando avanti gli stessi «valori».

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