Operaio ucciso dalla ‘ndrangheta per uno scambio di persona: 4 arresti per la morte di Tonino Maiorano

20 Lug 2022 12:45 - di Luisa Perri
Antonio Maiorano, Tonino

Alla vigilia dell’anniversario dell’assassinio di Tonino Maiorano, avvenuta il 21 luglio 2004,  i carabinieri hanno eseguito a Paola, Cagliari, Roma ed in Svizzera, quattro misure cautelari in carcere emesse dal Gip del Tribunale di Catanzaro.

I quattro indagati sono ritenuti responsabili dei delitti di Luciano Martello (commesso a Fuscaldo il 12 luglio 2003) e appunto di Maiorano. Quest’ultiimo, operaio forestale incensurato, fu ucciso per errore perché scambiato per un boss del posto, reale obiettivo dell’agguato, a causa della sua somiglianza fisica. Il reale obiettivo lavorava nello stesso cantiere in cui si trovava Maiorano.

La misura cautelare è intervenuta a seguito degli approfondimenti investigativi condotti nel solco di precedenti procedimenti penali aventi ad oggetto, fra l’altro, gli stessi omicidi, maturati nel contesto degli equilibri tra cosche di ‘ndrangheta, all’epoca operanti nel territorio Paolano, e contestati nei confronti di altri imputati, per i quali sono intervenute, a suo tempo, sentenze definitive, rispettivamente, di condanna e di assoluzione.

Come riporta la Gazzetta del Sud, i quattro indagati sono Romolo Cascardo, Pietro Lofaro, Luigi Berlingeri (condannato ieri a 30 anni di carcere perché coinvolto nella strage di via Popilia avvenuta il 9 novembre del 2000 a Cosenza) e Alessandro Pagano.  Maiorano fu scambiato per la vittima predestinata, reale obiettivo dell’azione. Il killer che assassinò per errore Maiorano è di Firmo, si chiama Bruno Adamo e dopo il fatto, vinto dal rimorso, ha deciso di pentirsi. Per il delitto è stato stato successivamente condannato con sentenza definitiva. L’operazione che ha portato ai quattro arresti di oggi è stata stata coordinata dal procuratore aggiunto Antimafia Vincenzo Capomolla e dal pm Romano Gallo.

Scambiato per un altro: Tonino Maiorano fu freddato con due colpi

Questa la ricostruzione del delitto, come ha riportato nel dettaglio il sito locale lcnews.

«È la mattina del 21 luglio 2004Tonino Maiorano, operatore radio della forestale, come tutte le mattine si reca sul posto di lavoro, che in quel periodo è la postazione antincendio del Consorzio di bonifica della Valle Lao, allestita al campo sportivo di Paola. Ma quella mattina la morte si traveste da giornale e si fa beffa dell’uomo. L’operaio, infatti, ha il volto coperto dalle pagine del quotidiano che sta leggendo un quotidiano e proprio come il suo collega Giuliano Serpa, vero obiettivo designato, ha i capelli brizzolati. Quando il sicario si presenta sul posto ha fretta di sparare, quell’agguato gli frutterà 50mila euro. Così partono due colpi, la vittima fugge ma inciampa e quando è a terra il killer gli dà il colpo di grazia per assicurarsi che sia morto. Quando però va a riscuotere la somma, i clan che gli hanno commissionato l’omicidio, maturato nel bel mezzo di una guerra di mafia, gli dicono che ha sbagliato bersaglio». Diciotto anni dopo, sono arrivati gli arresti, in attesa del processo che faccia giustizia per sempre.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *