Luciano Rispoli, amarcord della tv educata: la “rivoluzione gentile” in un libro a 90 anni dalla nascita
In occasione dei 90 anni dalla nascita di Luciani Rispoli, maestro del giornalismo colto, arriva nelle librerie ‘Ma che belle parole!’. Un volume di Mariano Sabatini dedicato al grande conduttore, maestro di sobrietà in una televisione delle buone maniere di un tempo perduto. La scommessa sulla radio e sulla tv, Luciano Rispoli la fece fin dal 1954, anno di nascita ufficiale del piccolo schermo. Da quel giorno, tra incarichi dirigenziali e l’ideazione-conduzione di programmi di successo (Parola mia e Tappeto volante su tutti), non si pentì mai di aver speso con tutta la passione la via dell’intrattenimento colto e del giornalismo popolare ai più alti livelli. In quasi sessant’anni di carriera divenne uno dei volti più popolari e amati. E tuttora viene sovente citato per la sua classica esclamazione entusiastica (“Ma che belle parole!”) dinanzi alle dissertazioni linguistiche del professor Beccaria, suo consulente nei programmi che tenevano alto il culto della lingua italiana.
Rispoli padre della radio moderna: avrebbe compiuto 90 anni
Il libro di Sabatini, suo storico collaboratore, racconta la parabola professionale di Luciano Rispoli, che ha attraversato e, in alcuni casi, ribaltato la storia dei mass media. A lui si devono la proposta del primo talk show in Italia con L’ospite delle due; l’intuizione del titolo Bandiera gialla e della Corrida, che tra l’altro Corrado non aveva intenzione di fare. Mentre con Adriano Magli diede vita contro il parere del direttore Leone Piccioni allo storico, rivoluzionario Chiamate Roma 3131; in tal modo aprendo il mezzo radiofonico, fino ad allora molto formale e istituzionale, alla partecipazione diretta del pubblico. Nacque così la radio moderna, così come la conosciamo e come ancora viene vissuta. Con ricadute anche sulla Tv. Ed è proprio sul piccolo schermo che Rispoli arriva ad acquisire una vasta popolarità mai disgiunta da senso della misura, gusto, contenuti. Il libro è un omaggio al suo impegno ma anche ai tanti che lo ricordano e continuano ad apprezzarlo.
L’inventore del talk show: “la Rai gli intitoli la Sala A di via Asiago”
“Sono lieto – dice Sabatini all’Adnkronos – che Rai Teche abbia voluto omaggiare questo bell’anniversario mettendo a disposizione dei telespettatori su Raiplay la prima edizione di Pranzo in Tv: il primo dinner talk del piccolo schermo ideato da Luciano Rispoli. Contro ogni tentativo di imitazione, questo format che è stato negli anni molto riproposto e ha ispirato format fortunati, bisogna dire che è del 1983. Continuo a sperare che, come proposto da Fiorello, Carlo Fuortes e Marinella Soldi vogliano accogliere l’idea di intitolare al conduttore che ha dato al servizio pubblico tanti motivi di vanto un teatro o un altro luogo significativo della Rai. Magari proprio quell’anonima sala A di via Asiago, che Fiorello a Viva Raiplay aveva ribattezzato Sala Luciano Rispoli. Questo mio libro intanto si propone di rimettere nella giusta ottica una parte non irrilevante della piccola storia della radio e della televisione, dando a Luciano quel che a Luciano spetta di diritto”, spiega Sabatini.