È morto Luciano Rispoli. L’ultima intervista del re della tv garbata (VIDEO)

27 Ott 2016 11:27 - di Redattore 92

 

«Amo la televisione e non sopporto questo sport nazionale di parlarne male». Così Luciano Rispoli, morto ieri a Roma a 84 anni, in una delle sue ultime interviste e che riportiamo integralmente. Nato a Reggio Calabria nel 1932, Rispoli «è mancato ieri sera tardi nella sua casa di Casalpalocco» annuncia Mariano Sabatini, autore e storico collaboratore del conduttore televisivo. «Con grandissima costernazione, e in accordo con la moglie e i figli, devo dare la triste notizia della scomparsa del popolare giornalista, autore e conduttore di programmi celeberrimi: Parola mia e Tappeto volante su tutti». Entrato in Rai in seguito a un concorso per radiocronisti nel 1954, Rispoli «ha continuato a proporre la sua televisione civile e rispettosa anche dopo aver lasciato la tv pubblica, dal 1991, su Tmc e poi su altre emittenti, con un rientro in Rai nel 2002-2003. È mancato dopo una lunga malattia a 84 anni, compiuti il 12 luglio scorso», sottolinea Sabatini. «Io posso solo dire, al di là del grande dolore che provo in questo momento, che è stato un grande privilegio collaborare quindici anni con un padre fondatore della Tv come lui. Da Rispoli ho imparato tanto. Tutto. E mi dispiace che purtroppo questa Rai a cui aveva dato tantissimo, negli ultimi anni lo aveva dimenticato – conclude – provocandogli grande rammarico». I funerali si terranno domani alle 11 nella chiesa di San Timoteo, in zona Casalpalocco.

Rispoli: “I dirigenti Rai? Incapaci e spocchiosi”

In un’intervista del 2008, dopo l’allontanamento dalla Rai, Rispoli definì in un’intervista gli attuali dirigenti della tv pubblica, «incapaci, spocchiosi e designati dalla politica». «Nella mia lunga carriera – aveva raccontato Rispoli – ho proposto molti programmi interessanti, come Parola Mia, eppure quando proposi questa trasmissione a Claudio Cappon, mi rispose candidamente di non parlargli di programmi tv, perché lui si era sempre occupato di siderurgia. Ecco, questa è l’attuale gerarchia della tv pubblica italiana».

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