La sinistra non vuole che si ricordi come trattava Carfagna e Gelmini. E accusa Marsilio di sessismo

30 Lug 2022 11:20 - di Viola Longo
marsilio

Bufera sul governatore dell’Abruzzo Marco Marsilio, reo di aver sottolineato l’ipocrisia della sinistra nei confronti di Mara Carfagna e Mariastella Gelmini. Intervenendo a Sky tg24, infatti, Marsilio ha detto una cosa fin banale, per chi non abbia del tutto perso la memoria politica di questo Paese: «Auguri a Mara Carfagna e Mariastella Gelmini, due persone che fino a ieri erano considerate delle poco di buono, frequentatrici dei salotti e dei festini di Arcore, e oggi sono delle nobildonne e due grandi statiste». Apriti cielo, Marsilio è diventato immediatamente un sessista, un becero, uno che deve chiedere scusa, che si deve dimettere, che deve essere rimesso a posto da Giorgia Meloni, la quale – va da sé – se tace è complice.

Quando a sinistra su Carfagna e Gelmini ci si dava di gomito

In una campagna elettorale che in pochi giorni ha già dimostrato la totale perdita del senso del pudore e anche del ridicolo da parte della sinistra, l’episodio segna l’ennesima dimostrazione che è inutile sperare in un ritorno al decoro. Nessuno dimentica, infatti, e certo non possono averlo dimenticato a sinistra, il vero e proprio linciaggio che Mara Carfagna ha subito ripetutamente nel corso della sua vita politica, in un clima non solo di offese, ma anche di illazioni e pettegolezzi, che forse sono stati anche peggio. Nessuno dimentica, in particolare, la madre di tutte le bassezze: quella folle estate del 2008, nella quale lei e Gelmini finirono al centro di un gossip inaudito e senza riscontri, che Sabina Guzzanti ritenne di rilanciare dal palco di un “No Cav day”, guadagnandoci poi una condanna per diffamazione.

Marsilio accusato di sessismo perché non dimentica le verità scomode

Ecco, la sinistra che oggi accusa Marsilio di essere sessista, semplicemente perché ha memoria, è la stessa che per anni si è data di gomito su quelle voci infami, ha considerato le ministre berlusconiane inadatte a ruoli istituzionali, si è esaltata per il «ciarpame» lamentato da Veronica Lario. E, dunque, non si può che solidarizzare con Marsilio, quando si dice «basito» per la canea che gli si è scatenata contro e che ha visto in prima fila personaggi come Luigi Di Maio, Laura Boldrini, Emanuele Fiano, Simona Malpezzi, Debora Serracchiani e, naturalmente, Carlo Calenda, nel cui movimento sono approdate le due ex azzurre.

Marsilio: «Carfagna e Gelmini mie amiche, con Mara ci siamo sentiti»

«Gli sgangherati e violenti attacchi della sinistra mi hanno stufato. Non permetto di mistificare le mie parole e di inventare casi nella vecchia e tradizionale tattica propagandisica della scuola comunista», ha scritto a fine giornata Marsilio sulla sua pagina Facebook, ricordando la lunga amicizia con Gelmini e Carfagna e spiegando di aver sentito al telefono la seconda. «Le ho difese mille volte dagli attacchi violenti e volgari, pubblici e privati, della sinistra, come altrettanto ho fatto con Renato Brunetta, altro mio amico», ha scritto il governatore dell’Abruzzo, sottolineando che «ho detto e lo ripeto che per molti anni tutte le donne che gravitavano intorno a Berlusconi sono state oggetto di insulti sessisti, denigrazioni, allusioni pesanti rispetto a pratiche sessuali, se non genericamente considerate dalle femministe militanti e progressiste come schiave della cultura maschilista».

Il governatore: «Denuncerò sempre l’ipocrisia della sinistra»

«Denuncerò sempre l’ipocrisia e il doppiopesismo della sinistra che per decenni ha massacrato mediaticamente queste persone e che oggi – ha aggiunto Marsilio – esprime loro una solidarietà pelosa e interessata solo per fare polemiche strumentali; uno in particolare, Calenda, è il primo che deve stare zitto perché non più tardi di 3 anni fa attaccava violentemente Mara Carfagna sul piano personale. Sono pronto a querelare chiunque continui a offendermi imputandomi insulti personali che non ho fatto perché non mi appartengono. Semmai – ha concluso l’esponente di FdI – in 30 anni di impegno politico da quelle offese e da quegli insulti ho difeso esattamente queste persone che oggi mi accusano di attaccare».

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