La sinistra del Terrore: la gara dei titoli allarmisti contro la destra per incutere paura negli elettori

28 Lug 2022 9:41 - di Vittoria Belmonte

Per anni hanno accusato Matteo Salvini e Giorgia Meloni di cavalcare le paure degli italiani. Chiedevano più sicurezza? “Non si fa politica sulla paura”, obiettavano. Chiedevano più controlli sull’immigrazione? “Non si specula sul timore per il diverso”, replicavano.

Eppure adesso, a guardare certi titoli, a vedere certe espressioni in tv, a leggere certi editoriali e certi servizi sembra che il fronte progressista sia unito da un solo obiettivo: utilizzare il linguaggio della paura per allarmare gli elettori, per dare loro la sensazione che l’apocallisse è vicina, che la catastrofe è dietro l’angolo. Il tutto immerso in un unico terrificante colore: il nero.

Repubblica evoca “la falange”, il partito fascista spagnolo

Vediamo qualche esempio. Repubblica, more solito, si distingue. Apre in prima con una foto di Giorgia Meloni alla recente conferenza programmatica di Milano e con il titolo: La falange (nome del partito fascista spagnolo). Ma non basta. Vi si unisce un commento di Furio Colombo dal titolo “Promesse da faccetta nera”. Articolo che si chiude all’insegna di un pessimismo sconfinato: “Non è un bel momento nella storia italiana”. Poi Berizzi si diffonde sugli alleati in Europa di Giorgia Meloni e sul modo in cui la etichettò Steve Bannon: “Fascista postfascista”. E ancora c’è un’inchiesta sul “feudo nero” di Latina che sarebbe il modello cui guarda FdI. Qui, fa notare Repubblica, Meloni ha scelto il suo collegio elettorale “blindato da una fedeltà ideologica mai spezzata da quel 18 dicembre del 1932, quando Benito Mussolini annunciò la nascita di Littoria”.

“Domani” mette in guardia sulla “marcia” di Giorgia

Il quotidiano di De Benedetti, Domani, sintetizza così il successo della linea Meloni al vertice del centrodestra: “La marcia su palazzo Chigi”. Dove il termine marcia è connotativo e denotativo. E’ tutto. E spiag tutto nell’ottica della narrazione demonizzante che la sinistra sta usando. Ci sono poi due pagine su “tutti gli affari” di Guido Crosetto. “Fedelissimo” di Giorgia – annota il quotidiano – e che potrebbe essere scelto come premier di mediazione. Dunque lo si presenta come losco e ambiguo perché non gli si può dare del “fascista”…

Le fosche previsioni di Paul Krugman

Sulla Stampa, infine, troviamo l’editoriale dell’economista Paul Krugman che profetizza foschi scenari di crisi per l’Italia che rischia di sprofondare per l’ascesa delle “forze antidemocratiche”. E meno male che poche pagine prima Marcello Sorgi aveva ammonito: “Per quanto Meloni sia già bersagliata da rivelazioni giornalistiche sul suo passato post-fascista, non sembra che possano riuscire ad arrestare la sua corsa. Anzi, tra gli esperti di comunicazione, c’è chi dice che potrebbero favorirla, mobilitando nel suo elettorato più prossimo la reazione a una sorta di senso di persecuzione”. Un monito finora non raccolto a sinistra…

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