Feltri: “All’Italia il voto farebbe solo bene, che vergogna quel tentativo di sequestrare Draghi”

18 Lug 2022 9:40 - di Leo Malaspina

Vittorio Feltri, oggi, sulle colonne di “Libero“, firma un editoriale nel quale esprime quasi “solidarietà” al premier Draghi, strattonato da tutte le parti pur di convincerlo a non mollare la poltrona di Palazzo Chigi, che poi è la migliore garanzia per quella di tutti gli altri che partecipano alla sua maggioranza…

Feltri e il tentativo di “sequestro” di Draghi

“Confesso in tutta onestà che non vorrei essere in questo momento nei panni di Mario Draghi”, spiega Feltri, facendo riferimento anche alla lettera aperta dei sindaci, che ieri in ginocchio, e scatenando le polemiche della Meloni, hanno chiesto al premier di restare per scongiurare un ipotetico disastro del Paese.

Feltri, ovviamente, non è d’accordo, e fa notare: “Negli altri Paesi i politici si avvicendano. In Italia li poniamo sotto sequestro, come abbiamo fatto di recente con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il quale si era illuso di potere rientrare nella sua Sicilia bedda, invece si è ritrovato inchiodato al Quirinale, obbligato, obtorto collo, ad approcciarsi a soggetti del calibro dei grilli ni. Per carità, si tratta di un piacevole luogo in cui vivere e non di un istituto di pena di massima sicurezza, tuttavia, se ogni due per tre ti ritrovi al Colle il premier di turno che ti consegna le dimissioni e ti tocca gestire l’oramai annuale crisi di governo, diventa tutto una gigantesca rottura di scatole.
E adesso è il turno dell’ex presidente della Bce. Nessuno vuole che sloggi da Palazzo Chigi. Se si potesse, verrebbe fatto imperituro presidente del Consiglio. Ma, grazie a Dio, non si può…”.

Le urne? Non sono un crimine

Il giornalista milanese non è per nulla ostile alla figura di Draghi, anzi, “la sua autorevolezza a livello internazionale è indiscutibile, la sua credibilità idem. Eppure la democrazia implica qualcosa a cui le forze politiche, e non il popolo – sia chiaro -, sono diventate palesemente allergiche, ovvero le elezioni. Anticiparle davanti ad una situazione ingestibile in cui manca di fatto una maggioranza che garantisca stabilità ed efficacia nell’azione politica non è un peccato, non è un reato, non è un crimine, non è impossibile. Anzi, talvolta è assolutamente necessario per il bene del Paese”, dice il fondatore di “Libero“.

L’appello di Feltri è quello di andare alle urne: “Se il fatto che Draghi venga deposto rappresenta un danno, un danno maggiore è rappresentato dal volere tenerlo ad ogni costo legato alla poltrona di primo ministro. Si vada alle elezioni anticipate quindi, allo scopo di rendere le Camere specchio effettivo della volontà popolare e del Paese giungendo così alla creazione di un esecutivo più solido, ben diverso da questa sempre più squallida ammucchiata di nemici e cretini il cui unico collante è l’interesse personalistico alla salvaguardia della propria poltroncina color porpora”.

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