Dl aiuti, tutto da rifare, si rinvia a domani. Maggioranza in frantumi sul voto di fiducia

5 Lug 2022 19:56 - di Sara De Vico

Volano stracci nella maggioranza sul dl aiuti. Che prevede 23 miliardi di contributi a famiglie e imprese. E contiene la norma sull’inceneritore alle porte di Roma e la revisione del Rdc che vede la netta contrarietà dei 5Stelle. Pronti a fare le barricate. A poche ore dall’incontro ‘chiarificatore’ tra Mario Draghi e Giuseppe Conte dopo il giallo dei messaggini, si litiga sull’ipotesi del voto di fiducia. E si procede di slittamento in slittamento. Fino al colpo di scena finale a Montecitorio con la seduta pomeridiana che si chiude prima ancora di iniziare. Tra le proteste di Fratelli d’Italia. È il ministro dei ‘cattivi’ rapporti con il Parlamento (come lo ha definito Francesco Lollobrigida), Federico D’Incà, a chiedere a nome del governo, il rinvio dell’aula della Camera a domani mattina per l’analisi del provvedimento. In apertura dei lavori, alle 18,30, la sottosegretaria Caterina Bini aveva chiesto lo slittamento di un’ora. Qualche minuto D’Incà chiede il rinvio. “Per poter avere ulteriori elementi”. Un atteggiamento inaccettabile per il capogruppo di FdI. “Prima la sottosegretaria Bini ha chiesto un rinvio di un’ora dell’aula, subito dopo il ministro D’Incà ha chiesto il rinvio a domani mattina. Ma nessuno del governo ha spiegato perché”, ha detto in aula Lollobrigida. “Stiamo subendo un atteggiamento insopportabile da parte del governo. Ancora una volta la maggioranza sta mostrando tutti i suoi limiti”. Per tutto il giorno è una giostra di aggiornamenti alla ricerca della quadra dentro la maggioranza. Per la contrarietà dei grillini che puntano i piedi per evitare la fiducia. Chiedendo una norma sul superbonus che sollevi dalle responsabilità l’ultimo titolare del credito.

Dl aiuti, maggioranza in frantumi sulla fiducia

A mandare in fibrillazione i partiti – in particolar modo Lega, Italia Viva, Forza Italia  ma anche i dimaiani di Ipf- la scelta del governo di non mettere per ora la fiducia al dl aiuti. L’importante per Palazzo Chigi, intenzionato a soddisfare i 5Stelle, è che l’approvazione sia rapida. Visto che la deadline per il disco verde di Montecitorio è il 16 luglio. Ma l’apertura concessa al partito di Conte viene vista con fumo negli occhi da gran parte della maggioranza. Tanto da indurre in molti a chiamare Palazzo Chigi per invertire la rotta. Anche perché la fiducia era data per scontata. Ad eccezione di Fratelli d’Italia e di M5S nessun altro partito ha provveduto a depositare emendamenti entro la scadenza, fissata alle 12 di ieri. Ora il rischio è che i 5 Stelle vedano passare l’emendamento finalizzato a ‘oliare’ gli ingranaggi del superbonus. Mentre le altre forze di maggioranza si ritroverebbero a bocca asciutta.

Pressing su Draghi che tende una mano ai 5Stelle

Da qui il pressing su Palazzo Chigi. Anche perché si aprirebbe un caso senza precedenti. La Lega spinge per la fiducia. “A noi certi favoritismi non sono mai stati concessi. Quindi si creerebbe una questione politica gravissima”, dicono dal Carroccio. Con Matteo Salvini in prima persona a dare battaglia. “Da un anno e mezzo a questa parte, la Lega si è sempre comportata lealmente. Votando tutti i provvedimenti, Anche se questo ci è costato un prezzo elettorale. Adesso su lavoro, pensioni, salari, legge sull’autonomia e revisione del reddito di cittadinanza, noi vogliamo delle risposte concrete”. Così il capogruppo al Senato, Massimiliano Romeo. Che attacca i 5Stelle e il Pd. Che propongono tematiche “che nulla hanno a che vedere con l’agenda del governo. Come lo ius scholae e la legalizzazione della cannabis”. La partita sul dossier aiuti è ancora in corso.

FdI: imbarazzante, manca il parere dei relatori

Una situazione  che fotografa bene la precarietà degli equilibri nella variegata maggioranza che sostiene Draghi. “È una notizia imbarazzante sapere che non c’è ancora il parere dei relatori. Evidentemente, la maggioranza finora si era nascosta dietro a pareri che non c’erano. Di fronte all’ennesimo voto di fiducia – commenta Paolo Trancassini di Fratelli d’Italia – va in scena un altro psicodramma. La maggioranza non ha bisogno di un rinvio per conoscere i pareri. Ma per trovare il modo migliore per affrontare in Aula un dibattito su questo provvedimento e fuori di qui per affrontare gli italiani”.

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