Desiati vince lo Strega con “Spatriati”, storia di due giovani irregolari ma ancorati alla terra d’origine

8 Lug 2022 18:31 - di Redazione

Al Premio Strega  vittoria annunciata per Mario Desiati, che nella serata di giovedì 7 luglio al Ninfeo di Villa Giulia a Roma ha conquistato l’alloro del più ambito riconoscimento letterario italiano con ‘Spatriati’ (Einaudi), non è mai stato in bilico. La cerimonia finale della 76esima edizione, andata in scena sotto un breve temporale che non ne ha però pregiudicato lo svolgimento, aveva da tempo un esito già scritto, come da tempo andavano dicendo molti Amici della domenica, come si chiamano i giurati dello Strega.

Desiati ha ottenuto la vittoria con 166 voti

Lo scrittore pugliese, che si presentava alla vigilia con il favore dei pronostici forte delle 244 preferenze accumulate durante la selezione dei libri finalisti, non ha deluso le attese. Fin dai primi scrutini è risultato in testa, raggiungendo infine la vittoria con 166 voti.

“Spatriati”, la storia di due giovani fuori dagli schemi

Il romanzo con cui lo scrittore pugliese ha scalato la vetta del più ambito riconoscimento letterario racconta la storia di Claudia e Francesco, due ragazzi di Martina Franca, lo stesso paese di Desiati. Due ‘spatriati’, ovvero due giovani irregolari, incerti, in qualche modo fuori dagli schemi. Due giovani in cerca di se stessi che, pur non essendo fidanzati nel senso pieno del termine, sono legati da un forte sentimento che li unirà per tutta la vita. E che, da ‘Spatriati’ lasceranno la Puglia per cercare fortuna all’estero.

Claudia e Francesco, i due protagonisti

Claudia infatti non sopporta la provincia e, appena può, la lascia: prima fa tappa a Milano, poi a Londra per approdare infine a Berlino dove la raggiungerà Francesco. “Claudia – confessa Francesco – anche a distanza dava un senso alla mia vita, era petrolio bianco, ogni sua mail o messaggio, ogni sua telefonata, ogni sua parola assomigliava alle fiammate degli sputafuoco nelle notti estive dedicate al nostro santo. Percorrevo chilometri, conducevo visite negli appartamenti e nelle campagne, parlavo con tanta gente con cui non avevo niente da dire, e c’era sempre quella fiammata a illuminare il nero che m’era rimasto addosso da quando era andata via”.

Una generazione sradicata ma che tiene alle proprie origini

Prima di lasciare la Puglia il giovane protagonista si interroga, scava dentro di sé, resta fermo nel suo paese. Ma lo abbandona per raggiungere la sua Claudia. Desiati, insomma, mette in scena le mille complicazioni di una generazione ‘fluida’, irregolare e sradicata: la generazione dei quarantenni che non ha avuto paura di cercare altrove la propria strada ma restando, al tempo stesso, ben ancorata alle proprie origini alle quali tende nonostante tutto.

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