Crisi, anche per Letta i 5Stelle sono dilettanti allo sbaraglio: «Siamo dentro a un casino incredibile»

16 Lug 2022 12:05 - di Michele Pezza
Letta

Enrico Letta rompe il silenzio e si manifesta con una dichiarazione resa a margine del congresso del Partito Socialista italiano. «Ci sono le condizioni – ha scandito il segretario del Pdper continuare il lavoro del governo Draghi. L’Italia e gli italiani vogliono questo e i politici devono interpretare il volere degli italiani, che non vogliono una crisi al buio ma un governo che lavori e che dia risposte ai grandissimi problemi dell’inflazione  e quelli portati da questa situazione internazionale». Magari, in una democrazia, prima di parlare a nome dei cittadini sarebbe anche il caso di consultarli.

Così Letta al congresso socialista

Ma tant’è: oggi ciascuno può citarli e interpretarli senza tema alcuna di smentita o sconfessione dal momento che il ricorso al voto è ormai una pratica a dir poco desueta. Tanto più che Letta si guarda bene dall’approfondire la situazione. Non gli conviene, del resto: se immagina un Draghi-bis, deve mettere in conto che Lega e Forza Italia gli hanno già notificato la loro indisponibilità a stare in un esecutivo in compagnia dei grillini. Una posizione che appare priva di subordinata e che, ove confermata, porrebbe Letta di fronte a un dilemma più che cornuto: continuare a sostenere Draghi o privilegiare il campo largo? È infatti di solare evidenza che alla luce dell’aut-aut forzaleghista, le due opzioni sono fra loro nettamente alternative.

«Ma noi pronti a votare il 25 settembre»

È anche per questo che ha bollato la crisi aperta dai 5Stelle come «casino incredibile». Per poi aggiungere: «È il tempo del noi, il tempo dell’azione. Siamo qui per ragionare insieme del bene dell’Italia». Il futuro dell’alleanza con i grillini resta il punto debole della strategia di Letta, non a caso molto reticente sul punto specifico. «Il mio – ha proseguito – è un forte appello alle forze politiche a non interrompere il cammino del governo Draghi». Un cammino che il segretario dem vorrebbe rilanciare «a partire da mercoledì con un nuovo voto di fiducia che stabilisca un percorso di nove mesi importante per completare tutte le riforme. In ogni caso, ha concluso mostrando il volto dell’arme, «se le elezioni ci saranno il 25 settembre noi ci saremo e combatteremo con tutta la nostra forza».  

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