Covid, i famosi “esperti” si smentiscono sull’immunità di gregge: “a onde”, “no, non l’avremo mai”
La tanto agognata immunità di gregge per il Covid che tutti i virologi, gli infettivologi, immunologi e zanzarologi auspicavano attraverso la vaccinazione come la soluzione definitiva alla pandemia ci sarà ma, “ad onde”. Anzi no, “non ci sarà mai”, si contraddicono i cosiddetti esperti. Che in questi due anni ne hanno dette di tutti i colori agli italiani cambiando strategicamente, mese dopo mese, settimana dopo settimana e, ad un certo punto, ora dopo ora, le loro inverosimili previsioni sullo sviluppo del virus gettando nella confusione i cittadini.
Vi ricordate le percentuali? L’immunità di gregge, dicevano, ci sarà quando sarà raggiunto almeno il 70 per cento dei vaccinati con una dose. No, avevano poi cambiato le carte in tavola, l’immunità di gregge ci sarà quando si vaccinerà l’80 per cento degli italiani. Stima poi ritoccata saggiamente al 90 per cento quando i virologi si sono accorti che i conti non quadravano.
Ora gli esperti hanno scoperto che, forse, forse, la verità non è quella. E ce ne spiattellano un’altra.
“L’immunità di gregge non si raggiungerà mai perché il virus” di Covid “continua a mutare – prevede ora, parlando con l’Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova. – Noi l’abbiamo imparata a conoscere con un virus che era sempre lo stesso e con un vaccino che era in grado di ridurre significativamente i contagi e la malattia grave, per esempio quello del morbillo. Però non possiamo usare per Sars-CoV-2 l’espressione immunità di gregge perché è un virus respiratorio che continua a cambiare, mentre l’R0 del morbillo è sempre stato di 18. Mentre con Sars-CoV-2 era prima 2, poi 20 e magari domani sarà 30. Dobbiamo ragionare sull’immunità per le forme gravi di malattia Covid e questa l’abbiamo già raggiunta”. L’uomo della strada inizia, insomma, ad essere un po’ confuso visto che negli anni scorsi è stato detto, anche con veemenza, tutt’altro.
Bassetti spiega perché abbiamo una immunità verso la forma grave di patologia associata al Sars-CoV-2: “Tra chi è vaccinato con tripla dose, più i guariti dal Covid una o due volte, ogni volta mettiamo un paletto in più e una difesa in più contro l’autostrada iniziale con cui il virus entrava nei polmoni. Oggi il virus ci entra meno e siamo di fronte ad una immunità contro le forme gravi di malattia Covid, direi 98-99% della popolazione“, stima l’infettivologo.
Non la pensa così il virologo Fabrizio Pregliasco secondo il quale non ci sarà “un’immunità di gregge intesa come azzeramento” della possibilità di contagiarsi, bensì “un’immunità intesa come periodica riduzione della quota di popolazione suscettibile all’infezione”.
Considerate le caratteristiche di mutevolezza e imprevedibilità di Sars-CoV-2, “un’immunità ‘a onde‘” è l’unica possibile contro Covid-19 secondo il virologo, docente di Igiene dell’Università Statale di Milano e direttore sanitario dell’Irccs Galeazzi.
Su questo tipo di immunità, spiega l’esperto all’Adnkronos Salute, possiamo agire regolando la lunghezza delle ‘onde buone‘, quelle con una fetta più consistente di popolazione protetta, attraverso la vaccinazione e le misure prudenziali anti-contagio.
Per descrivere la forma di immunità alla quale è realistico puntare dovendo convivere con Covid, Pregliasco torna a fare riferimento all’andamento epidemico fatto di “onde di salita e di discesa a cui stiamo assistendo, onde come quelle create da un sasso buttato in uno stagno“, ribadisce.
Ci saranno cioè periodi come questo, con “Omicron 5 super contagiosa, una grossa quota di popolazione suscettibile all’infezione e i ‘rubinetti’ dei movimenti e dei contatti sociali molto aperti“, e periodi successivi in cui “per 4-6 mesi dall’infezione o dalla vaccinazione una quota maggiore di soggetti rimarrà immune“.
E poi “ancora nuove varianti nei cui confronti sarà maggiore la quota di persone suscettibili, che ancora una volta si ridurrà con vaccinazioni e/o infezione naturale“.
Secondo il virologo sarà dunque “un po’ come con l’influenza, che non colpisce ogni anno le stesse persone, ma quelle non immuni perché non sono vaccinate o perché non la fanno da un po‘”. Un’immunità a onde, appunto.
Vaccinazione a parte, Pregliasco invita comunque a fare sempre attenzione ai “rubinetti dei contatti: bisogna stare sempre in guardia, perché se apri l’acqua calda di botto è più facile scottarsi e ti ritrovi con una quantità di soggetti contemporaneamente malati difficile da gestire“.
“Con Sars-Cov-2 non ci sarà immunità di popolazione. Le caratteristiche di questo virus – ovvero la capacità di evadere il sistema immune e produrre infezioni ripetute, insieme al fatto che esiste un reservoir animale – indicano chiaramente che la circolazione virale non potrà mai essere fermata. Ma questo noi esperti lo sapevamo fin dall’inizio”, arriva a dire l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, docente di Igiene all’Università del Salento. Peccato che prima non c’è lo hanno detto. Anzi hanno detto che se ci vaccinavano tutti il virus sarebbe stato fermato.
Se contro Covid-19 l’immunità di gregge resterà o meno un’utopia, “non è possibile prevederlo adesso“, perché “dipenderà dalle mutazioni future del virus. E comunque l’immunità naturale sarà sempre superiore a quella conferita da vaccini vecchi”, smentisce tutti Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’Ospedale Sacco di Milano.
“Questo virus è tutto ancora da scoprire” nelle evoluzioni che avrà, premette l’esperta. Però “noi – aggiunge – possiamo sempre guardare a quella che è stata la storia delle pandemie, che sono finite solo quando il virus si è diffuso, si è creata un’immunità e la maggior parte della popolazione si è trovata protetta“.
E’ proprio nella speranza che la storia si ripeta che “io credo – ribadisce la microbiologa – che in questa fase in cui Sars-CoV-2 si sta diffondendo così significativamente, possiamo aspettarci che la popolazione rimanga immune e che la pandemia possa finire. Ripeto – tiene a precisare Gismondo – è un pensiero di esperto che si fonda su quelle che sono le conoscenze e su quella che è la storia delle pandemie. Se poi questo virus si comporterà diversamente, certamente non lo posso prevedere“.
Perfino il consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza, Walter Ricciardi, deve ammettere che l’immunità di gregge o di popolazione, “con un virus che provoca così tante reinfezioni, non è tecnicamente possibile“.
Si può avere, nelle persone che si infettano, “una momentanea refrattarietà, ma che dura pochi mesi – dice il docente di Igiene all’università Cattolica. – Con germi così contagiosi e, soprattuto, che hanno capacità di infettare di nuovo, non c’è nessuna possibilità“.
L’immunità di gregge, spiega Ricciardi, “si acquisisce quando si arriva ad avere un’immunità permanente, grazie a un vaccino o a un’infezione naturale. Con Sars-CoV-2 questo non accade proprio perché estremamente contagioso e in grado di reinfettare“. Insomma l’unica certezza è che i famosi esperti non ci avevano capito nulla. E che forse non ci hanno capito nulla neanche ora.