Cosa significa “Affari correnti”: ecco quello che il governo dimissionario può e non può fare
La formula è notissima: «Il governo rimane in carica per il disbrigo degli affari correnti». Ma cosa significa nella pratica quella frase con cui il segretario generale del Quirinale, Ugo Zampetti, ha concluso la breve comunicazione sul fatto che Sergio Mattarella «ha preso atto» delle dimissioni di Draghi? In estrema sintesi significa che il Paese continua ad avere un governo e a essere governa, perché, come sottolineato ieri da Ignazio La Russa nel suo intervento al Senato, «nelle democrazie non esistono vuoti di potere». Dal punto di vista operativo significa, però, che quel governo alcune cose può farle e altre no. Ecco quali sono.
Gli “affari correnti”: ecco cosa può fare il governo dimissionario
Il governo non può, ma deve garantire la continuità amministrativa e deve, qualora siano necessari, adottare provvedimenti urgenti. Dunque, può emanare decreti e portarne avanti l’iter fino alla conversione. Può approvare i decreti in scadenza. Può ratificare i trattati internazionali e le leggi europee, «in quanto – spiega Openpolis – adempimento ad obblighi internazionali o derivanti dall’appartenenza all’Ue.
E cosa non può fare
Non può, invece, esaminare nuovi disegni di legge fuori dagli obblighi internazionali; non può procedere a nuovi regolamenti ministeriali o del governo, salvo che a imporlo non siano la legge, gli obblighi internazionali, la possibilità per la macchina amministrativa di continuare a lavorare o processi di riforma pregressi. Il governo dimissionario, inoltre, non può assegnare nomine o incarichi, salvo che per un tempo strettamente regolato e che non prosegua dopo l’entrata in carica del nuovo esecutivo.
L’attesa per il Consiglio dei ministri di oggi
È la stessa presidenza del Consiglio a stabilire il perimetro entro il quale può muoversi il premier dimissionario. Ci si aspetta al riguardo un Dpcm che potrebbe arrivare nel Cdm convocato nel tardo pomeriggio di oggi, dopo che i presidenti delle Camere, Elisabetta Casellati e Roberto Fico, avranno incontrato Draghi al Quirinale. Nello stesso Cdm, secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa Agi, il governo potrebbe anche approvare il ddl Concorrenza, senza però il controverso articolo 10 che impatta sui taxi.