Vox, il delirio della ministra Díaz: «Meloni che attacca i diritti Lgtb è fuori dalla Costituzione»
Brrrr, che paura! Eh sì, ha seminato talmente tanto terrore Giorgia Meloni in Andalusia da costringere la vicepremier del governo spagnolo, la comunista Yolanda Díaz, a lanciare l’allarme anche qui in Italia attraverso un’intervista alla Stampa. Ignorava, probabilmente, che il terrore corre anche sul web e che toni (soprattutto) e contenuti del comizio andaluso della leader di FdI avevano già sollevato il solito, ipocrita polverone anche da noi. Inevitabile, del resto, visto oggi c’è gente che considera la politica un minuetto tipo «prego, grazie, scusi, tornerò». È così, purtroppo. Il combinato disposto tra dittatura del politically correct ed effetto-pollaio da talk-show ha di fatto cancellato il conflitto tra opposte visioni per sostituirlo con il moralismo in uso alla sedicente «parte migliore» o «più avanzata» di una nazione e di una società. In tal senso, l’intervista della Díaz è da manuale.
La Díaz è la vicepremier spagnola
La ministra spagnola dice infatti di aver provato «paura» (ma sarebbe più appropriato dire «schifo») perché l’obiettivo della Meloni «era polarizzare: famiglia tradizionale, contro diritti Lgtb+». Ci chiediamo dove sia lo scandalo. Già, perché non si dovrebbe poter sostenere (e persino gridare) la propria contrarietà alle pretese della lobby Lgbt+? Chi lo vieta? E perché? Ma lasciamo ancora parlare la Díaz: «Lo dico chiaramente: le posizioni dell’estrema destra su diritti civili e violenze di genere sono incompatibili con le democrazie dei nostri Paesi». Parla per te, verrebbe da obiettare. A parte le violenze di genere, sulle quali nessuno transige, ma è l’articolo 29 della Costituzione italiana a definire la famiglia come «società naturale fondata sul matrimonio». Molto improbabile, dunque, che i Padri costituenti ricomprendessero nel concetto di «società naturale» anche l’unione omosessuale.
La nostra Carta definisce la famiglia come «società naturale»
È invece probabilissimo che a stare fuori dalla nostra Carta Fondamentale siano soprattutto i compagni della Díaz. Che si rivela un’inesauribile miniera di sorprese quando inserisce Vox, il movimento iberico che aderisce ai Conservatori europei, di cui Meloni è presidente, tra quelli che vogliono «lo smantellamento (…) delle pensioni» e «il taglio dei salari (…)». Completamente fuori strada. Questi, semmai, sono gli obiettivo delle «condizionalità» escogitate dai tecnocrati di Bruxelles per piegare i governi nazionali, spesso proprio grazie alla complicità della parte politica della Díaz. È vero il contrario: la destra (non quella estrema, ma quella parlamentare tanto di FdI quanto di Vox) fa paura perché dà voce al disagio delle periferie, degli esclusi, dei non garantiti. Il Quarto stato lo si definiva un tempo, prima che la sinistra lo ripudiasse per il terzo sesso.