Perquisizioni alle case popolari dopo la maxi-rissa tra regolari e abusivi: spunta un arsenale di mazze e coltelli
Domani sera sarà passata esattamente una settimana dalla maxi-rissa alle case popolari di Via Bolla, nella galassia multietnica di Gallarate (Milano). Dove in 60, tra famiglie rom, occupanti abusivi e inquilini regolari, se le sono date a bastonate e sprangate in strada. Il teatro delle violenze consumate nei palazzoni popolari e tracimate a cielo aperto, è diventato un terreno di guerra. Una guerriglia urbana che si è conclusa in ospedale, con tre feriti: una donna di 44 anni. Un ragazzino di 17. E persino un bambino di 2 anni. Oggi, a distanza di 6 giorni da quello scempio, la polizia di Milano, coordinata dalla locale Procura, ha eseguito diverse perquisizioni delegate dall’autorità giudiziaria.
Maxi-rissa alle case popolari di Milano: le indagini
Perquisizioni finalizzate alla ricerca delle armi (mazze, bastoni e spranghe), come a ulteriori elementi di prova a carico degli autori degli scontri del 10 giugno, all’interno dei parcheggi adiacenti al civico 40 della via epicentro della rissa. Anche il presidente della Regione, Attilio Fontana, si è recato sul posto, per incontrare personalmente le Forze dell’Ordine che hanno garantito che tutto si svolgesse nella massima tranquillità. «Grazie al lavoro che quotidianamente fanno con grande determinazione – ha detto il governatore – possiamo vivere in una società rispettosa della legalità».
Blitz delle forze dell’ordine al teatro delle violenze: perquisizioni e controlli
In quel contesto, come noto, due gruppi contrapposti, composti prevalentemente da cittadini italiani e rom di origini bosniache, si erano fronteggiati per vecchie frizioni legate a una convivenza difficile, ai limiti dell’impossibile. Sfociata in una violenza cieca e reiterata, anche in spregio all’intervento delle prime volanti inviate sul posto. E fino all’arrivo di numerosi equipaggi della Polizia che le autorità competenti hanno inviato come rinforzi. Compresi i reparti inquadrati in tenuta antisommossa.
Massiccio impiego di uomini e mezzi per i controlli alle case popolari
Ma non è finita lì. Infatti, c’è voluto un maxi impiego di forze dell’ordine anche oggi per eseguire i controlli, che hanno visto l’impiego del Reparto Mobile. Del Reparto Prevenzione Crimine Lombardia. Dell’Ufficio Immigrazione e della Divisione Anticrimine. Delle unità cinofile della Questura, della Polizia Stradale, della Polizia Scientifica, dell’Arma dei Carabinieri, dei Vigili del Fuoco e della Polizia Locale. Tutti alle prese con perquisizioni. E i 5 sgomberi effettuati sul campo.
Le indagini si concentrano sulle immagini e sui volti
La Polizia di Stato di Milano, coordinata dalla locale Procura della Repubblica, nel dare seguito all’imponente sopraluogo in Via Bolla, alla ricerca delle armi e di ulteriori elementi di prova a carico degli autori della rissa verificatasi la sera del 10 giugno. Oltre che all’identificazione dei responsabili, è partita dalle indagini che la Squadra Mobile ha condotto dopo gli scontri. E insieme agli agenti del commissariato Bonola, inizialmente intervenuti. Anche tramite la visione di un video che ha ripreso alcune fasi della maxi rissa alle case popolari.
La ricerca per l’individuazione dei protagonisti dei violenti scontri
Abbinata a una ricerca sulla rete, con relativa analisi delle immagini rinvenute sui social. È così che la Polizia ha identificato alcune tra le persone che quella sera avrebbero preso parte attiva agli episodi di violenza. Le attività, spiegano dunque gli inquirenti, nella fase delle indagini preliminari, sono dirette a precisare le singole condotte penalmente rilevanti.
L’esito del blitz: 8 perquisizioni, 5 sgomberi, e il rinvenimento di un arsenale con spranghe, bastoni e coltelli
Ebbene, l’esito dei controlli lo riassume l’Adnkronos: dopo 8 perquisizioni, le forze dell’ordine hanno sequestrato delle mazze e un bastone utilizzati nella maxi-rissa della settimana scorsa. Un coltello a serramanico. Indumenti ed elementi validi al riscontro delle indagini. E ancora. Sono 5 gli appartamenti che la Polizia di Stato ha sgomberato. E che le autorità hanno riconsegnato all’Aler per la messa in sicurezza. Infine: 3 uomini e una donna sono stati accompagnati in Questura per le verifiche della loro posizione sul territorio nazionale.