Milano, rivolta alle case popolari: tra stranieri, abusivi e regolari finisce a sprangate. Il Pd la butta in caciara

11 Giu 2022 11:59 - di Greta Paolucci
rivolta case popolari

«Prima o poi ci scappa il morto», è il commento conclusivo sulla rivolta nella case popolari scoppiata a Milano, nella galassia multietnica del Gallatarese – uno dei tanti quartieri delle nostre città che da tempo soffrono del problema delle occupazioni abusive –. In 60, tra famiglie rom, occupanti abusivi e inquilini regolari, si pestano a bastonate e sprangate in strada. Il teatro delle violenze registrate al civico 40 di via Bolla si sposta dai palazzoni popolari alla piazza, dove alle 21.30 di ieri sera una brutale rissa a cielo aperto si è conclusa in ospedale: con l’arrivo del 118 per il ferimento di una donna di 44 anni, di un ragazzino di 17 e persino di un bambino di 2 anni.

Milano, rivolta nelle case popolari. E il Pd prova a buttarla in caciara…

Tutto per motivi in corso di accertamento: che poi è un modo burocratico per alludere alla difficile convivenza tra fazioni di inquilini in lotta da tempo, e già al centro di frequenti frizioni. Una polveriera su cui il Pd rinfocola polemiche strumentali. E provando a buttare la palla in tribuna, cerca di affibbiare tutta la responsabilità alla Regione. Ma è evidente a tutti che una realtà come quella delle occupazioni, del degrado e delle violenze che imperversano nelle periferie popolose e multietniche è un dramma di caratura nazionale che andrebbe ridistribuito e risolto a livello nazionale, oltre che locale, tra tutti gli azionisti politici e di governo in campo…

La maxi-rissa finisce a bastonate e bombe carta in strada

Una maxi rissa, quella avvenuta ieri a Milano, che ha coinvolto almeno una sessantina di persone. Degenerata in una vera e propria guerriglia, con tanto di spranghe, bastoni e bombe carta. Uno scontro incontenibile, che ha richiesto l’immediato intervento massiccio di una decina di volanti della polizia. Eppure non bastano neanche quelle. Tanto che da via Fatebenefratelli, il questore Giuseppe Petronzi, dispone l’invio di cinque squadre del reparto mobile, con gli agenti in tenuta anti sommossa». Ci vogliono almeno due ore per sedare la rivolta, ristabilire l’ordine pubblico e calmare gli animi a dir poco surriscaldati. Nel frattempo, tre cittadini romeni, una donna e due minorenni, ricevono i soccorsi che li trasportano in codice giallo presso l’Ospedale San Carlo per accertamenti.

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