“No a Gattuso”: i tifosi del Valencia “politicamente corretti” contro l’ingaggio dell’allenatore italiano

3 Giu 2022 20:03 - di Giovanni Pasero
Gattuso Valencia

L’annuncio di Rino Gattuso come nuovo allenatore del Valencia fino al 2024 è ormai questione di ore. Il club iberico ha annunciato, con una nota sui proprio profili social, l’esonero dell’allenatore José Bordalas. A questo punto, in Spagna danno tutto per fatto, se non fosse per l’hashtag #Noagattuso che sta montando vertiginosamente sui Social.

Nelle ultime ore, diversi tifosi della squadra spagnola hanno infatti reagito negativamente, alle notizie di stampa che parlavano di un imminente ingaggio dell’allenatore calabrese. L’ex calciatore del Milan e della Nazionale viene criticato, ancora una volta, per aver pronunciato in passato frasi considerate “razziste e omofobe”. È tornato di moda, come quando l’ex allenatore del Napoli sembrava vicino alla panchina del Tottenham, l’hashtag #noagattuso, lanciato questa volta sui social dall’ex presidente del Valencia, Miguel Zorio.

Perché alcuni tifosi del Valencia dicono no a Gattuso

Nella nota inviata ieri, l’attuale portavoce della piattaforma “Marea Valencianista” ha spiegato di aver avviato una campagna contro “la xenofobia, l’omofobia e il machismo di Gattuso“, ricordando il “dietrofront” dello scorso anno della dirigenza del Tottenham sempre per via delle frasi pronunciate in passato dal tecnico calabrese.

Nel mirino in particolare le dichiarazioni del 2013, quando Barbara Berlusconi entrò nella dirigenza del Milan: “Non riesco proprio a vedere le donne nel calcio. Non mi piace dirlo, ma è così”. Poi quelle del 2008, alla vigilia di una partita tra Italia e Spagna: “Il matrimonio dovrebbe essere tra un uomo e una donna e il matrimonio omosessuale è molto strano per me. Ma ognuno fa quello che vuole”. E infine il commento dopo i fischi a Boateng in una partita, nel 2013, che portarono il giocatore a lasciare il campo. “Quante volte i bianchi sono stati fischiati? A me è successo, ma non gli do molta importanza”.

Frasi che hanno impedito il suo ingaggio con il club londinese e che lo hanno profondamente amareggiato. «Mi hanno descritto in modo diverso da quello che sono e non c’è stato niente da fare. Il mio dispiacere è di non aver avuto la possibilità di difendermi, di spiegare che quello che ha raccontato la gente in Inghilterra non ero io».

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