Mercenari americani catturati in Ucraina: Mosca conferma contatti con gli Usa. Rischiano la pena di morte

22 Giu 2022 20:10 - di Martino Della Costa
mercenari americani

Da Mosca confermano di «aver ricevuto dagli Stati Uniti una richiesta» relativa ai due mercenari americani catturati dalle forze russe in UcrainaAlexander Drueke e Andy Huynh. Il vice ministro degli Esteri, Sergei Ryabkov, citato dall’agenzia Tass, ha precisato che la Russia «sta discutendo» tale richiesta. Aggiungendo: «Non rendiamo noto il contenuto di una richiesta diplomatica e non lo commentiamo. Ma abbiamo ricevuto un segnale da Washington e proprio ora lo stiamo discutendo. Dire altro sarebbe del tutto fuori luogo», ha concluso.

Mercenari americani catturati a Kharkiv: Mosca conferma contatti con Washington

I due veterani dell’esercito americano, catturati mentre combattevano con le forze ucraine durante uno scontro a Kharkiv contro le truppe russe, sono prigionieri con l’accusa di essere mercenari al servizio di Kiev. Una imputazione pesante, che per i due può addirittura tradursi in pena di morte. Come già accaduto per i foreign fighters britannici condannati nel Donbass. Dunque, deve essere a questo che si riferisce il vice ministro degli Esteri Serghei Riabkov parlando, senza citare il contenuto della “discussione” in corso tra Usa e Russia. Del resto, anche nei giorni scorsi il portavoce del Dipartimento di Stato, Ned Price, aveva fatto sapere che tra gli Washington e Mosca erano in corso contatti in merito alla vicenda.

Già con i “foreign fighters” britannici il Cremlino si è dimostrato inflessibile

E la vicenda è quella che coinvolge l’ex sergente Alexander John-Robert Drueke, 39 anni, originario di Tuscaloosa (Alabama), e l’ex marine Andy Tai Ngoc Huynh, 27 anni, di Harselle (Alabama), arrestati intorno al 9 giugno scorso dalle truppe russe a nord di Kharkiv. Un caso su cui – come già per i due soldati britannici – il Cremlino si è fin qui dimostrato inflessibile. I due cittadini americani, dunque, sono in attesa di conoscere il responso sulla loro sorte in un centro di detenzione nell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk. Sorte su cui il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, si è già espresso con toni implacabili. Asserendo innanzitutto: «I due combattenti americani fatti prigionieri in Ucraina sono “mercenari” che devono essere ritenuti responsabili dei “crimini” commessi».

Mercenari catturati, le dure parole di Peskov

E ancora: «Sono mercenari. Sono coinvolti in attività illegali sul territorio dell’Ucraina. Hanno sparato contro i nostri militari e minacciato la loro vita», ha detto Peskov. Concludendo: «Devono essere ritenuti responsabili dei loro crimini. Questi crimini devono essere indagati e loro devono sottoporsi a un processo». Parole che lasciano aperta l’intera vicenda, ma appesa a un grande punto interrogativo.

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