M5S, restituzioni addio. Conte alle prese con la grana “morosi”. E Grillo s’infuria con tutti

6 Giu 2022 18:01 - di Michele Pezza
Conte

Chi lo ha sentito di recente, non esita a descrivere un Beppe Grillo su tutte le furie per la vicenda delle mancate restituzioni da parte degli onorevoli pentastellati. Ricordate? Girare parte dell’indennità ai cittadini attraverso un fondo ad hoc era un punto d’onore per i 5Stelle, il vero discrimine che li separava dall’ingorda Casta dei parlamentari. Beh, è evaporato anche quello, al pari dei tanti “no” – poi trasformatisi prima in “” e quindi in “” -opposti su tanti temi dalla ciurma grillina. Non è la prima volta che nel MoVimento si azzuffano su questioni di vile moneta, ma ora la vicenda delle mancate restituzioni s’intreccia con il malessere dilagante. Dispiace per   Giuseppe Conte che di gatte da pelare ne ha già tante.

Pesa il rebus delle ricandidature

Già, davvero non ci voleva il sollecito di pagamento ai parlamentari intimato a mezzo stampa da Vittoria Baldino, coordinatrice del Comitato politiche giovanili. Una intemerata del tipo: «Io sono in regola. E voi?». Mal gliene incolse. I morosi, infatti, sono tanti. E, diversamente che in passato, non si nascondono più. Anzi, tendono a coprire il braccino corto con argomentazioni politiche. E così, in attesa che Conte sciolga il nodo del doppio mandato, c’è chi prima di mettere mano al portafogli vuol capire se sarà ricandidato. Ma c’è anche chi invoca trasparenza sul bilancio «per comprendere quali siano le spese, come vengono investiti i soldi». E persino chi si scaglia contro Vito Crimi per aver detto una volta che in caso di necessità il M5S avrebbe attinto al fondo delle restituzioni.

Conte non tiene più il MoVimento

Perché – sostengono senza arrossire – «è così venuto meno un impegno con l’elettorato». Non manca, infine, chi ammette che non restituisce più perché ha perduto la speranza di occupare una casella nell’organigramma pentastellato. Che è poi l’altro modo per attaccare Conte, come implicitamente conferma la circostanza che a stare in regola con i versamenti (mille euro al MoVimento, mille500 alla società civile per obiettivi da scegliere di volta in volta) sarebbero proprio i prescelti dall’ex-premier. Tempi duri, insomma, anzi durissimi per quei grillini, pochissimi in verità, che ancora sognano il ritorno alla purezza delle origini. Quel tempo è ormai lontano: l’odierno M5S è in realtà un Ogm rispetto a quello del passato. Colpa soprattutto di chi ne aveva il comando, cioè Grillo. Che tiene a far sapere di essere andato su tutte le furie quando sarebbe invece già da tempo dovuto andare a quel paese.

 

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