M5S devastato, Grillo a Roma vede Conte e studia la toppa della “micro deroga” sui 2 mandati

27 Giu 2022 12:25 - di Chiara Volpi
M5S Grillo

M5S, Beppe Grillo è arrivato a Roma. La valigia che porta con sé oggi è pesante, particolarmente pesante. Tanto che entrando all’Hotel Forum, dove è solito soggiornare nei suoi blitz capitolini, non ha rilasciato dichiarazioni alla stampa. I nervi nel Movimento sono tesi. Gli equilibri post scissione saltati, e il crollo verticale acclarato dai sondaggi. Come l’ultimo, l’indagine Winpoll per il Sole 24 Ore, che quota quel che resta della depauperata galassia pentastellata al minimo storico del 6,9%. Con l’ex Di Maio che, dopo lo strappo, gli fiata sul collo. E che secondo la stessa indagine otterrebbe con un suo partito il 4,7% dei consensi.

M5S, Grillo si arrende: allo studio “micro deroga” sui 2 mandati

Ma tutto ciò è solo la punta dell’iceberg. Nel sommerso dei pentastellati, infatti, si agita il baratro della fine (o della “biodegradazione”, come ha evocato lo stesso garante del Movimento nei giorni scorsi), su cui piomba l’ennesima grana che va a minare un percorso reso ancor più accidentato dalla scissione del M5S avviata con l’addio di Luigi Di Maio. È la deroga alla regola dei due mandati per gli eletti grillini, che Giuseppe Conte voleva mettere ai voti entro fine mese. Complice la partita delle elezioni in Sicilia, con il sottosegretario alle Infrastrutture Giancarlo Cancelleri che freme per correre da governatore, ma ha alle spalle due mandati da consigliere regionale. Dunque attualmente sarebbe – stando alla regola aurea del Movimento – fuori gioco…

M5S sull’orlo dal baratro: la toppa del tetto degli eletti ammessi al “terzo giro” al di sotto del 10%

Il M5S è avvitato su stesso. E il cappio sembra stringersi proprio intorno a norme interne, divieti e deroghe comprese. Così, a quanto apprende l’Adnkronos, tra i vertici dei pentastellati si ragiona su una “micro deroga”, che fisserebbe la percentuale degli eletti ammessi al “terzo giro(ne)” ben al di sotto del 10%. Soluzione “toppa” che aprirebbe le porte del Parlamento e dei Consigli regionali solo a una manciata di grillini forti di due mandati, mentre a Bruxelles gli europarlamentari al “terzo round” si conterebbero sulle dita di una mano. Sempre ammesso che la Rete dia il disco verde alla deroga. Che, per aprire la strada a Cancelleri in Sicilia, andrebbe fatta entro e non oltre mercoledì. Pertanto, i grillini dovrebbero metterla ai voti e ratificarla entro 72 ore.

Ma i tempi per rimediare a fronde interne e emorragia di consensi stringono

Insomma, i tempi per rimediare a malumori, fronde interne, rivendicazioni e aut aut, sono ormai strettissimi. Di contro, i nodi da sciogliere nelle prossime ore sono tanti e minacciosi. Con l’arrivo dell'”elevato” Beppe Grillo a Roma, considerato dirimente. Negli ultimi giorni nei vertici si era infatti convenuto su un rinvio del voto – uno slittamento che non è ancora da escludere – così da mettere il Movimento– almeno in parte – al riparo da polemiche e frizioni in una fase difficile come poche. E anche per la contrarietà del garante e fondatore, convinto difensore di una norma fortemente voluta da lui e Gianroberto Casaleggio. Dunque, è sicuramente su questo che si concentrerà incontro tra il leader del M5S Giuseppe Conte e il garante pentastellato Beppe Grillo, in corso mentre scriviamo, all’Hotel Forum di Roma.

M5S, Grillo vede Conte all’Hotel Forum. Nel pomeriggio il vertice copi deputati grillini

Poi, nel pomeriggio, nell’agenda del padre nobile movimentista c’è in programma il vertice con i parlamentari alla Camera. Eppure c’è chi, nella cabina di comando del Movimento, nelle ultime ore parla di qualche spiraglio, anche se la questione – che ieri è rimasta fuori dalla discussione del Consiglio nazionale convocato da Conte in serata – è tutt’altro che risolta. Anzi, completamente da dirimere. «Ancora non si capisce un ca..o», si sfoga con l’Adnkronos uno dei membri del Consiglio nazionale, e spiegano alcuni beninformati. Un caos che certo non aiuta nell’accelerazione del dossier i rapporti non proprio idilliaci tra Grillo e Cancelleri, guastati la scorsa estate, quando si aprì la guerra tra il fondatore e Conte, e il sottosegretario siciliano prese le parti dell’ex premier segnando le distanze da Grillo.

M5S, la querelle tra Grillo e Cancelleri e lo spettro di nuovi addii…

Fatto sta, che la mancata candidatura di Cancelleri alle primarie in Sicilia costituirebbe un bel pasticcio per il M5S. Oltre a generare una nuova fattura, che potrebbe innescare nuove fughe nelle file del Movimento, a Roma come in Sicilia. Se Cancelleri – in passato considerato vicinissimo a Luigi Di Maio, che, da capo politico, lasciò che abbandonasse la carica da consigliere per assumere quella da sottosegretario a Roma (altra regola grillina infranta) – decidesse di rompere, stando alle voci che circolano nel Movimento potrebbe portarsi dietro 10 parlamentari, compresa la sorella deputata Azzurra Cancelleri, anche lei al secondo mandato. Oltre al potenziale danno in Sicilia, dove il sottosegretario costituisce comunque l’uomo forte del Movimento. E dove, soprattutto, il Movimento non può permettersi fallimenti dopo il drammatico flop registrato alle ultime amministrative. Insomma, Grillo e il M5S sono al bivio. Alle prese con un complesso sudoku, su cui incombe anche il fattore tempo. La soluzione, come detto, va trovata entro e non oltre 72 ore…

 

 

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