La campagna per lo “spinello libero” fa aumentare la domanda: la cannabis è la droga più sequestrata

23 Giu 2022 13:01 - di Alessandra Danieli

La cannabis si conferma, anche nel 2021, lo stupefacente più sequestrato nel nostro Paese. Rappresentando, da sola, oltre due terzi (67,7 tonnellate) di tutta la droga. Che ammonta a 91 tonnellate. Un dato che dimostra il livello costantemente elevato della domanda in Italia. E che smentisce la politica antiproibizionista della sinistra. Gli slogan all’insegno dello ‘spinello libero’ producono un aumento della domanda tra i giovani.

Droga, la cannabis è la più sequestrata in Italia

I numeri provengono dalla Relazione annuale della Direzione centrale per i Servizi Antidroga. Del Dipartimento della Pubblica Sicurezza.  Del maxi volume di sequestri di cannabis rientra anche una quota di infiorescenze e prodotti derivati a basso tenore di Thc. Prosegue inoltre la flessione dei sequestri operati in frontiera. Accanto allo stupefacente proveniente dai luoghi di importazione, cresce infatti “una produzione outdoor nazionale. Soprattutto in Sardegna. Più 498% di marijuana e +150,62% di piante rispetto all’anno precedente.

Si abbassano i sequestri in frontiera

Un dato che conferma la contrazione dei flussi provenienti dalla regione balcanica. E, in particolare, dall’Albania. Anche grazie all’aiuto offerto dall’Italia con la ‘Campagna Sorvoli’. E nell’individuazione delle piantagioni di cannabis. “L’andamento dei sequestri, in futuro – si legge nella Relazione – potrà chiarire se si profili un cambiamento delle rotte. E delle strategie operative dei trafficanti”.

Si rafforza il ruolo egemone della ‘ndrangheta’

“Nel traffico degli stupefacenti si rafforza il ruolo egemone della ‘ndrangheta calabrese. Che continua a rappresentare una delle più pericolose organizzazioni criminali al mondo. È  sicuramente la più influente nel traffico della cocaina proveniente dal Sud America. E dalle principali aree di stoccaggio temporaneo in Europa”.

Spinello libero aumenta la domanda di droga

La ‘ndrangheta, “grazie alla presenza di propri esponenti e broker operativi,  anche a livello europeo, continua a rivestire un ruolo primario. Nella gestione del traffico mondiale di stupefacenti. Il report parla di “un vero e proprio player. In grado di delocalizzare le proprie illecite attività a livello mondiale”. Fra le altre mafie, Cosa nostra sta recuperando terreno nel narcotraffico. Sebbene rimanga “in una posizione di subalternità ad altre organizzazioni di tipo mafioso. Calabresi e campane”.

Nel 2022 arriva la criminalità laziale

Nella relazione di quest’anno, compare anche la criminalità dell’ambito laziale, del contesto romano e delle altre province. “Si tratta di sodalizi ben strutturati. Spesso su base familiare. Che, da tempo, rivestono un ruolo di spicco nella gestione del traffico. A queste realtà criminali si affiancano, nella Capitale, proiezioni delle mafie storiche siciliane, calabresi e campane. Nonché di quelle straniere, attratte dalla possibilità di reinvestire i capitali accumulati attraverso i propri illeciti traffici. Che operano con una strategia ‘silente’. Nell’intento di mimetizzarsi e rendere più difficoltosa l’azione di contrasto delle Forze di Polizia.

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