Johnson alla prova del voto di sfiducia. L’appello: «Guardiamo oltre il nostro ombelico»

6 Giu 2022 17:50 - di Giorgia Castelli
Johnson

Il primo ministro britannico Boris Johnson dovrà affrontare un voto di sfiducia. È stata infatti superata la soglia del 15 per cento dei deputati conservatori che hanno chiesto il voto alla Camera dei Comuni, ovvero 54 deputati. Si voterà tra le 18 e le 20, ora di Londra, le 21 in Italia. Lo ha annunciato il deputato Sir Graham Brady, presidente del Comitato dei parlamentari conservatori, spiegando che «i voti verranno conteggiati subito dopo». Johnson paga soprattutto lo scandalo Partygate.

Johnson sul voto di sfiducia

«Questa sera si presenterà la possibilità di mettere fine a mesi di illazioni e per il governo di tracciare una linea e andare avanti, dedicandosi ai risultati sulle priorità della gente», ha affermato in una dichiarazione un portavoce di Downing Street. «Il primo ministro accoglie con favore l’opportunità di esporre il caso ai parlamentari e ricorderà loro che quando sono uniti e concentrati sulle questioni che contano per gli elettori non esiste forza politica più formidabile».

L’appello ai conservatori

«Possiamo andare avanti, possiamo realizzare quanto promesso, possiamo essere uniti». E’ questo l’appello di Boris Johnson ai deputati conservatori, secondo quanto rivelato dalla Bbc, nel discorso a porte chiuse che il premier sta per fare ai colleghi conservatori. «Questo è il momento di guardare oltre il nostro ombelico», è un’altra esortazione di Johnson ai tories.

Johnson è sostenuto dalla maggior parte del governo britannico

La maggior parte del governo britannico sostiene il premier Boris Johnson. Come riporta la Bbc, 18 dei 22 membri del governo hanno già dichiarato pubblicamente che voteranno perché Johnson rimanga leader dei Tory nello scrutinio segreto che si terrà più tardi. Sono invece 50 i deputati conservatori che hanno espresso pubblicamente il loro sostegno a Johnson.

Per rimanere in carica ha bisogno di 180 voti

Il primo ministro ha bisogno di almeno 180 parlamentari per sostenerlo se vuole rimanere come leader dei conservatori e primo ministro. Il segretario per l’aumento di livello Michael Gove, ad esempio, ha twittato: «Il primo ministro ha preso grandi decisioni su Brexit e Covid. Dobbiamo concentrarci ora sulla difesa dell’Ucraina, sulla crescita». Il segretario alla salute Sajid Javid ha dichiarato al programma Today della Bbc Radio 4: «Nessun leader che ho conosciuto del mio partito ha ricevuto il 100% del sostegno di ogni singolo collega, ma prendiamo decisioni attraverso un processo giusto in modo aperto e trasparente, e stasera è un’opportunità per mettere tutto questo alle nostre spalle e andare avanti con il lavoro».

Dove si svolge la votazione

La votazione si svolgerà nella sala riunione del comitato a Westminster e se qualche deputato non potrà partecipare potrà delegare un collega. Sarà vietato scattare foto nella sala dove si svolge la votazione, per tutelarne la segretezza. È molto probabile che, come quando Theresa May affrontò e superò il voto di fiducia nel dicembre del 2018, il presidente della commissione annuncerà i risultati a deputati a giornalisti nella stessa sala riunione del comitato.

Cosa succede se Johnson ottiene meno di 180 voti

Se Johnson ottiene meno di 180 voti, il partito dovrà scegliere un nuovo leader e quindi un nuovo primo ministro, con il premier che rimarrà a Downing Street fino a quando non si sarà concluso il processo di selezione del nuovo leader che prevede una serie di complesse votazioni.

Ai tempi della rinuncia di May ci vollero due mesi prima della nomina di Johnson. Nel caso di sfiducia oggi, Johnson però potrebbe voler lasciare immediatamente: a questo punto sarebbe nominato un premier ad interim, e il vice premier Dominic Raab viene considerata la persona più probabile.

 

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