“Giorgetti tentato dal polo con Di Maio”: smentite dalla Lega, ma nessuno riesce più a parlare col ministro

30 Giu 2022 14:05 - di Redazione
giorgetti

Dalla Lega smentiscono, ma le voci di un possibile addio di Giancarlo Giorgetti al Carroccio si fanno sempre più insistenti. Anche perché pare che da giorni ormai nessuno riesca più a parlare con il ministro. «Lo abbiamo cercato in tanti al telefono, ma niente, nessuna risposta», hanno riferito alcuni dei parlamentari che gli sono più vicini.

Le voci su Giorgetti tentato dal “polo governista” con Di Maio

A ricostruire cosa c’è dietro al tam tam sulla possibile uscita di Giorgetti è stata l’agenzia di stampa Adnkronos, sottolineando che, dopo aver fatto il punto con il segretario Matteo Salvini, il segretario lombardo Fabrizio Cecchetti e Attilio Fontana a Palazzo Lombardia, lo scorso 27 giugno, il ministro dello sviluppo Economico si tiene in disparte. Secondo i rumors, Giorgetti starebbe pensando al progetto “governista”, a un rassemblement che terrebbe insieme chi punta tutto sulla governabilità, sull’Europa e sulla fedeltà atlantica. Il neonato “Insieme per il futuro” di Luigi Di Maio, secondo alcune ricostruzioni, potrebbe essere il treno da prendere per poter dare forma poi a quello spazio, per immaginare una nuova realtà politica che più si attaglierebbe al vicesegretario leghista, da tempo critico con la linea di Salvini.

Calenda chiama i “draghiani”, ma «non siamo il suo partito»

Oggi a un eventuale “polo” di quel tipo si è rivolto Carlo Calenda, con una una lettera aperta affidata a Repubblica. «Se Letta, Carfagna, Gelmini, Bersani, Renzi e Giorgetti dovessero decidere che è arrivato il momento di stare insieme a viso aperto alle elezioni, noi saremmo in prima fila con loro», ha scritto il leader di Azione, guardando alle prossime politiche. «Questo è l’unico progetto davvero utile al Paese», ha aggiunto, non mancando di citare Draghi e Mattarella, «gli adulti a cui è affidato il Paese», mettendo poi le mani avanti sul fatto che «se Draghi vorrà andare avanti per completare il lavoro nella prossima legislatura, ne saremo entusiasti, ma non siamo né il partito di Draghi, ne “l’area Draghi”».

Quelle serate in pizzeria tra Giorgetti e Di Maio

Sulle mosse possibili di Giorgetti in avvicinamento a Di Maio nessun commento trapela dallo staff del titolare della Farnesina. Ma certo le «ricorrenti» serate in pizzeria tra il ministro degli Esteri e il titolare dello Sviluppo economico, uomini del primo cerchio di governo, vicinissimi al premier Draghi, avevano già mostrato il feeling tra i due. Quando lo scorso due novembre si seppe della cena, con tanto di foto, l’allora pentastellato disse che si trattava di incontri ricorrenti, mensili. «Non è la prima volta, siamo due ministri dello stesso governo che hanno bisogno di coordinarsi», tagliò corto.

Le fibrillazioni di Salvini rispetto al governo

Nel frattempo Giorgetti ha preso atto di quanto succede in Lega. Matteo Salvini che si mostra sempre più insofferente rispetto al governo: Ius scholae e legalizzazione della cannabis sono due vicende che potrebbero non rientrare, portando il partito a uno scontro frontale nell’esecutivo. Preoccupa, poi, la situazione del Nord, di cui Giorgetti resta espressione. Raccontano che la photo-opportunity di venerdì scorso con il governatore Fontana, al tavolo con lo stesso Giorgetti, Cecchetti e Salvini, nasconda uno scontro ad altissima tensione in consiglio regionale tra i leghisti.

Le tensioni al Nord e il rischio di un esodo dal Carroccio

Molti avrebbero pronte le valigie, alcuni per traslocare con Fratelli d’Italia, altri resterebbero in stand-by, in attesa di chiarimenti da parte dei vertici, a partire da Salvini, finito sul banco degli imputati per il tracollo elettorale al Nord. Cecchetti non si ferma un momento, cercando di tappare le falle. «Era da trent’anni che non si vedeva una Lega così bassa nelle percentuali», si è lamentato un leghista locale. Ma nessuno si fa illusioni su un passaggio di testimone al vertice: «E poi – è il refrain più frequente a partire dalla base del partito per arrivare a chi conosce il ministro leghista – Giorgetti non vuole mica fare il segretario, guidare il partito non è il suo obiettivo». «Magari neanche si ricandida con la Lega, così poi potrebbe tornare utile per fare il ministro tecnico», ha azzardato un altro “lumbard”.

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