Caso Meloni, Rampelli: “La Gruber usa la Tv come una clava. Cara Lilli, non saremo mai come ci volete”

15 Giu 2022 16:07 - di Sara De Vico

Non si placa la polemica sul processo a distanza contro Giorgia Meloni, messo in piedi da Lilli Gruber durante l’ultima puntata di Otto e mezzo. Nel mirino il comizio della leader di Fratelli d’Italia in Spagna durante l’ultima campagna elettorale a favore di Vox. Un processo ‘in contumacia’ con la professoressa Rosi Braiotti nei panni della pubblica accusa. Che contesta alla Meloni toni aggressivi “degni di una propaganda assassina”.

Caso Meloni, Rampelli: La Gruber usa la tv come una clava

Un attacco “vergognoso” contestato ‘a mudo duro’ da Fabio Rampelli. “Lilli Gruber esercita nella sua trasmissione una violenza intollerabile. Di cui la sua illuminata ispirazione neanche si accorge. Giorgia Meloni parlava in un comizio, davanti a una moltitudine di persone dotate della sua stessa sensibilità. La passione utilizzata per rafforzare i concetti tipici del centrodestra mondiale su famiglia, Europa e identità è stata necessaria e meravigliosa. A sinistra – scrive su Facebook il vicepresidente della Camera- si trovano solo svogliati replicanti. Che non credono in ciò che dicono. Per questo risultano spesso soporiferi, se non respingenti. Collaborano in sostanza alla crescita dell’astensione e dell’astinenza Dal voto, dalla partecipazione, dal sentimento, dall’emozione”.

“La giornalista dovrebbe essere un arbitro”

Per Rampelli la Gruber invece non ha alibi. “Dovrebbe essere equidistante come un arbitro senza corna. Ma utilizza la Tv come una clava. Tv privata che tuttavia svolge un servizio pubblico. Attraverso le parole di una filosofa si accusa la presidente Meloni di utilizzare la contrapposizione binaria. Oggi assurta a male assoluto, definendola addirittura assassina e paragonandola a Putin”. Il riferimento è alla professoressa  Rosì Braiotti. Che si è esibita in un attacco ad alzo zero contro la Meloni. Dipinta come un pericoloso mostro di cui avere paura. “Cara signora Lilli, non saremo mai come ordinate lei e la sua parte politica. Fatevene una ragione. Siamo talmente solidali con chi abortisce che vorremmo fosse libero di non farlo per ragioni economiche. O per superficialità indotta dalla vostra decrepita ideologia. Siamo amici degli omosessuali. E per questo vogliamo riconoscere loro quei diritti individuali che gli sono stati conculcati per decenni. Ma sappiamo anche che non posso costituire una famiglia. E lo sanno anche coloro, Che, liberi dal mercato Lgbt, fanno una scelta intima e profonda”.

“Non saremo mai come ci ordinate”

“Adoriamo i bambini”, continua Rampelli nel suo lungo post. “I soggetti più deboli della catena umana. E vogliamo farlo al riparo da certi capricci ed egoismi degli adulti. Perché hanno il  diritto di avere una mamma e un papà biologicamente diversi. Non saremo mai come voi, ma vi vogliamo bene. Perché con questi vostri attacchi da Armata rossa date un senso alla politica. Diversi e per questo necessari. Per fortuna ci siamo noi”, aggiunge. “Il mondo che volete, quello del pensiero unico dominante, finché saremo vivi, non ci sarà mai e cercheremo di battervi nei consensi. Senza mai criminalizzarvi. Cara Lilli, si rassegni però alla vecchiaia del suo pensiero. Alla quella non esiste rimedio alcuno”. Sulla stessa scia il tweet di Augusta Montaruli che definisce “inaccettabile” l’attacco a Giorgia Meloni e a FdI da parte della professoressa  Braiotti. “Definire il discorso dell’unico leader di opposizione ‘propaganda di stampo assassino’ è l’ennesimo grave salto indietro per la democrazia. A causa di una sinistra becero-frustrata cui è rimasta solo più tele-soviet”. Il Pd invece apprezza molto, neanche a dirlo, l’operazione di Otto e mezzo. “Meloni è andata a fare campagna elettorale per Vox, il partito che in Spagna vuole resuscitare Franco e il franchismo. Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei”. È il sapido commento di Lia Quartapelle, della segreteria dem.

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