Cartabianca, la Berlinguer vittima di fuoco amico: tutti dicono no alla chiusura tranne il Pd

10 Mag 2022 9:09 - di Federica Parbuoni
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Nel caso Cartabianca si va per esclusione. E sul campo, come propugnatori della cancellazione dal palinsesto della quale si parla con insistenza e che dovrebbe avvenire dalla prossima stagione, restano i democratici Pd, con il favore dei vertici Rai, ai quali spetta formalmente l’incombenza. Insomma, il programma di Bianca Berlinguer, finito nel mirino per le posizioni considerate troppo filo-russe e per la presenza di ospiti controversi come il professor Alessandro Orsini, sarebbe sottoposto a “fuoco amico”.

Palazzo Chigi prende le distanze

Fra gli indiziati, nei giorni scorsi era finito Palazzo Chigi, ma una decisa smentita sgombra le ombre della censura che si erano addensate sul capo di Mario Draghi. La presa di posizione è arrivata dopo un editoriale del direttore di Libero Alessandro Sallusti, che invitava il premier a «evitare l’editto ucraino sulla Berlinguer» su Berlinguer e a «prendere le distanze da questa operazione». Nell’edizione di oggi il quotidiano riferisce, infatti, che quella presa di distanza è arrivata e che «Draghi ha comunicato la sua totale estraneità alla vicenda, facendo sapere che, se qualcuno vuole tirarlo dentro, si sbaglia, visto che a lui non interessa la questione».

Meloni: «Non tollerabili le voci di chiusura»

Prese di posizione pubbliche sono arrivate poi, tra gli altri, da Giuseppe Conte, Matteo Salvini, Giorgia Meloni. «Io e Bianca Berlinguer abbiamo idee molto diverse e un trascorso di confronti spesso accesi in Tv, ma sempre legate da un rispetto reciproco e dalla passione per la libertà di espressione», ha scritto ieri su Facebook, la leader di FdI. «Le voci di una presunta chiusura di Cartabianca, probabilmente dettata ancora una volta da dinamiche politiche e di correntismo, non sono tollerabili né accettabili per la libertà di informazione. Spero – ha concluso Meloni – che venga tutto smentito il prima possibile».

I big del Pd tacciono sulla chiusura di Cartabianca

E, ancora, si sono espressi esponenti di Sinistra italiana, FI, Leu, Azione, mentre – come nota il Fatto Quotidiano di oggi – «all’appello continuano a mancare i big del Pd». Dunque, le ipotesi su chi possa auspicare la cancellazione di Cartabianca puntano tutte in una direzione: quella del Pd. Se all’argumentum ex silentio si aggiungono poi indizi di carattere generale, come l’attitudine dem alla censura delle posizioni non gradite e il ragionamento sul peso che si può avere in Rai per arrivare a incidere sul palinsesto, sembra proprio di trovarsi di fronte al classico caso dei tre indizi che fanno una prova. E ora non resta che stare a vedere se prevarrà la volontà censoria di pochi o la difesa del pluralismo rivendicata da molti. Una vicenda che la dirà molto lunga anche sulla Rai e sulla sua governance.

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