Alberto Genovese, processo per stupro con rito abbreviato. “Le violenze sulla modella l’hanno resa invalida”

1 Giu 2022 18:45 - di Davide Ventola
Alberto Genovese

Alberto Genovese, l’ex manager a processo per due violenze sessuali, sarà processato con rito abbreviato condizionato a una consulenza psicologica richiesta dalla difesa e dall’acquisizione di produzione documentale. Lo ha stabilito il gup di Milano Chiara Valori che ha fissato anche le prossime tappe del processo che si terrà dunque a porte chiuse.

Nella prossima udienza del 27 giugno prenderà la parola in aula proprio l’imputato, quindi parlerà l’ex fidanzata e la psicologa per far luce sullo stato dell’imprenditore di start up che si sta curando in una comunità. Il 7 luglio sarà la volta della pubblica accusa, rappresentata dall’aggiunto Letizia Mannella e dal pm Alessia Menegazzo, mentre il 18 luglio l’udienza sarà dedicata alla difesa di Genovese. La sentenza è attesa il prossimo 19 settembre.

«È invalida permanente al 40%, ha problemi fisici e psicologici e non può più fare la modella, il lavoro che faceva». Lo ha dichiarato l’avvocato di parte civile Luigi Liguori parlando della sua assistita, la giovane che secondo l’accusa, nell’ottobre 2020, quando aveva 18 anni fu vittima delle violenze di Alberto Genovese sulla “Terrazza Sentimento”.

Il legale ha ricordato che i danni subiti dalla giovane sono stati calcolati per una cifra che arriva ad un milione e mezzo di euro. Una somma ben superiore all’offerta di risarcimento di 130 mila euro avanzata dalla difesa Genovese nella scorsa udienza e che quindi è stata rifiutata.

Il quadro clinico dell’ex manager, “all’epoca dei fatti era caratterizzato da un disturbo cronico da abuso di sostanze stupefacenti in comorbidità con un disturbo psicotico secondario all’uso di sostanze”, il tutto inserito in un disturbo della personalità “con la presenza di tratti istrionici, narcisistici e ossessivo compulsivi”. Lo sostengono i professori Pietro Pietrini e Giuseppe Sartoni nella consulenza tecnica che i difensori, gli avvocati Luigi Isolabella e Davide Ferrari, hanno consegnato al gup di Milano Chiara Valori che oggi ha detto sì al processo abbreviato condizionato proprio alla consulenza.

“Alberto Genovese incapace d’intedere al momento della violenza”

Il disturbo del comportamento, secondo gli esperti, ha impattato sulla attività lavorativa dell’imputato e “l’alterazione cognitiva dovuta all’abuso di sostanze di quella sera ha impedito a Genovese di discernere pienamente i confini tra il consenso iniziale della ragazza nel voler avere rapporti sessuali in quelle condizioni e assumere ketamina e il successivo venir meno del consenso, come pure ha inficiato la sua capacità di altrimenti determinarsi nel comprendere quando fosse il momento opportuno di fermarsi”. Per questa ragione “riteniamo che la capacità di intendere e di volere di Genovese fosse, al momento dei fatti, quantomeno grandemente scemata”.

Per quanto riguarda la pericolosità sociale, “essa è correlata ed è espressione diretta della patologia che lo affligge, nello specifico del disturbo cronico da abuso di sostanze”. Inserito da mesi in un contesto protetto e di recupero, cessata l’assunzione di qualsiasi sostanza, “risulta essere una persona prudente e priva di pericolosità sociale”.

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