Spie russe nella nostra tv, Urso (Copasir): infiltrati anche da noi. Fa tutto parte dell’arsenale di Putin

10 Mag 2022 9:26 - di Chiara Volpi
spie russe

Propaganda e disinformazione fanno parte dell’arsenale di guerra del Cremlino. Ormai è una verità slatentizzata. Ma se a ribadirlo, in questi giorni, è il presidente del Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica) Adolfo Urso, allora il peso specifico cambia. E la domanda che sorge spontanea immediatamente dopo – e che il Comitato si pone – è quella che in un’intervista su Libero Francesco Specchia pone al senatore di Fdi che presiede l’organismo parlamentare. «In Italia operano molte spie russe?». E la risposta è: «Certo che sì, e con modalità che abbiamo peraltro descritto nell’ultima relazione al Parlamento quando abbiamo affrontato il caso Biot».

Spie russe nei nostri talk show: l’istruttoria del Copasir

E quella successiva, immancabilmente: «E come le reclutano, le spie? «Il reclutamento dei russi avviene tramite spionaggio, arruolamento e propaganda, messa a libro paga di dirigenti. Fake news, campagne social, attacchi cibernetici. Ripeto: in relazione alla guerra d’Ucraina avevamo riferito in Parlamento già il 9 febbraio scorso nella nostra relazione annuale. E prima ancora l’avevamo fatto il 13 gennaio per quanto riguarda nello specifico la sicurezza energetica, ben 40 giorni prima dell’invasione!». E così il dato diventa motivo di allarme e di indagine. Affermazioni e collegamenti, spunti di approfondimento. O meglio, gli elementi al centro di un’istruttoria che il Comitato che il senatore di Fdi presiede ha aperto per vedere chiaro sull’operazione “disinformatia” che Mosca avrebbe costruito a tavolino ben prima che la guerra in Ucraina esplodesse. A suon di annunci pubblici. Dichiarazioni istituzionali. Interventi mediatici e social.

L’intervista di “Libero” ad Adolfo Urso

Una strategia che, ultimamente soprattutto, starebbe mostrando il pelo del lupo sotto il manto dell’agnello di chi la starebbe mettendo in atto, anche nella nostra tv. Un mondo eterogeneo che, dalle emittenti di Stato a quelle private, è ormai contaminato dal dubbio che sulla scelta degli ospiti nei talk show aleggi il fantasma di una longa manus russa. Oggi, l’intervista di Libero a firma di Francesco Specchia ad Adolfo Urso, approfondisce allora contorni e obiettivi della vexata quaestio. A partire da un interrogativo esplicitato a chiare lettere nella domanda centrale del servizio. Fulcro di sospetti e indagine per cui il Copasir ha messo in agenda un calendario fitto di incontri a riguardo. Che vede la convocazione per mercoledì prossimo di Mario Parente, direttore dell’Aisi (Agenzia Informazioni e Sicurezza Interna). Il giorno dopo dell’ad della Rai Fuortes (12 maggio). E la settimana successiva di Giacomo Lasorella, presidente Agcom.

Propaganda e disinformazione parte dell’arsenale di guerra del Cremlino

Del resto, Urso ricorda nel dettaglio le tappe e i presupposti di un cammino cominciato tempo fa. «Sì. Avevamo avvertito che la Russia utilizzava l’energia come fattore di potenza e che era assolutamente necessario affrancarci dalla dipendenza sia diversificando le fonti sia aumentando la produzione nazionale, avevano anche scritto che con “l’escalation militare in Ucraina il problema sarebbe esploso”. Avevamo allertato sulla postura aggressiva di Putin, le cui avvisaglie erano, tra gli altri, i sei golpe nel Sahel di cui cinque riusciti. Nel Mali e nella Repubblica Centrafricana sono stati allontanati i militari europei per far posto ai mercenari putiniani della Wagner. E avevano anche indicato nel referendum in Bielorussia il punto di svolta perché avrebbe abolito la neutralità del Paese consentendo di dispiegare nel suo territorio, ai confini della Ue, il dispositivo nucleare russo».

Dalle spie russe in tv al discorso di ieri di Putin

Parole, azioni, che rappresentano per Urso le premesse di una strategia che troverebbero riscontri anche nel discorso del 9 maggio di Putin, commemorazione della liberazione dal nazismo, evento apice della propaganda. Su cui il presidente del Copasir commenta: «La Russia manipola la realtà dei fatti. Prenda il discorso di Putin oggi; secondo lui la Nato li stava “per attaccare”. Peccato che Biden, attraverso le informazioni dell’intelligence americana abbia pubblicato anticipatamente non solo la metodologia ma anche le date e le ore dell’attacco di Mosca all’Ucraina. Ci hanno fatto credere persino che il vaccino Sputnik fosse efficace e che quello cinese fosse il migliore del mondo quando la realtà era ben diversa»…

Le audizioni, con i direttori dell’intelligence e non solo

Non solo. Sempre riguardo all’approfondimento del Comitato su ingerenze straniere e disinformazione. Dopo le polemiche sull’informazione in merito alla guerra in Ucraina e agli ospiti russi in tv nei talk show. In giorni in cui la tv «fibrilla per il caso di possibili infiltrazioni putiniane», Urso parla di un imprescindibile lavoro «a garanzia della struttura democratica dell’Italia e della Ue». E del fatto che, quindi, l’informazione debba e possa essere «davvero libera e plurale». Di fatto come? «Ora la strutturiamo attraverso le audizioni, con i direttori dell’intelligence, ma anche con altri soggetti che pensiamo utile informare proprio per realizzare quella “resilienza” che il Parlamento europeo sollecita nei suoi documenti», spiega Urso a Libero. E aggiunge: «C’è già stata l’audizione del capo del Aise. Ci saranno quelle dell’Aisi e del Dis. Dell’ad della Rai e del presidente di Agcom». Perché, conclude il presidente Copasir, «la disinformazione russa opera in tutta Europa. Dobbiamo difenderci dal tentativo di penetrazione e di condizionamento dei sistemi autocratici che vorrebbero imporre anche da noi la neo-lingua del Grande Fratello…».

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