Urso e l’allarme (inascoltato) del Copasir sull’energia per affrancare l’Italia dalla Russia

7 Mar 2022 9:56 - di Paolo Lami

Il Copasir aveva già lanciato l’allarme alcuni mesi fa, nel secondo semestre del 2021, sul rischio di una eccessiva dipendenza energetica dell’Italia dalla Russia e sulla necessità di affrancarsi, di trovare altre opzioni che rendessero il nostro Paese meno fragile da questo punto di vista, ricorda, in un’intervista a La Verità, Adolfo Urso, presidente dell’organismo parlamentare sui Servizi segreti.

“Avevamo svolto un’indagine conoscitiva nella seconda parte dello scorso anno, evidenziando al Parlamento la necessità di un piano di sicurezza energetica nazionale che ci affrancasse – ricostruisce il senatore di Fratelli d’Italia che guida il Copasir – dalla dipendenza estera, nel quadro europeo e atlantico”.

Fu un lavoro di analisi in profondità. “Individuammo criticità e vulnerabilità anche sull’eccessiva dipendenza dal gas russo. E già in quel documento indicavamo la necessità – spiega Urso – di aumentare la produzione nazionale e di realizzare una maggiore diversificazione delle fonti di approvviggionamento”.

L’avvertimento del Copasir pare però essere caduto nel vuoto se è vero che l’esplosione della conflitto ha trovato l’Italia totalmente impreparata dal punto di vista energetico. Tanto che Di Maio è corso in fretta e furia a tentare di ottenere, senza riuscirci, più gas dall’Algeria.

Ma c’è un altro aspetto che Urso mette in evidenza: “le risorse per la difesa europea sono state quasi dimezzate nel quadro finanziario pluriennale. L’organismo che presiedo aveva lanciato diversi allarmi sollecitando anche una sessione parlamentare sulla sicurezza nazionale”.

”Nei prossimi giorni – anticipa il parlamentare di FdI – consegneremo altre due relazioni su cui abbiamo lavorato negli ultimi mesi: quella sullo spazio come elemento geopolitico e quella sulla necessità di una significativa difesa europea“.

Di certo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia non ha colto di sorpresa il Copasir.

Putin preparava quell’attacco da tempo. Il Copasir aveva lanciato l’allarme sulla postura aggressiva della Russia“, afferma Urso.

Il presidente del Copasir sottolinea che gli ambienti di intelligence “lo hanno fatto pubblicamente da mesi, con un crescendo di allarmi, in un uso innovativo e trasparente dell’intelligence. Rendendo pubblico quanto scoperto sui piani del Cremlino, sul dispositivo militare ai confini, persino il giorno dell’invasione. E lo hanno fatto nel tentativo disperato di far recedere Putin dall’aggressione, e anche per mobilitare in tempo governi e opinione pubblica mondiale”.

Ma c’è un altro rischio all’orizzonte dell’Europa: la “strategia su vasta scala”  di Putin “potrebbe allargarsi fino ai Balcani e al Baltico. L’Italia distratta ha dimezzato le risorse per a difesa europea nonostante gli allarmi per la sicurezza”.

D’altra parte, assicura Urso, “la Russia si prepara da anni al confronto con l’Occidente”.

Il momento zero, secondo il senatore di Fratelli d’Italia, è il 2014: “il punto di svolta è avvenuto proprio nel 2014 quando fallì il tentativo di far aderire l’Ucraina all’Unione doganale promossa da Mosca per la rivolta del ‘popolo di Maidan”.

”Quel progetto di ‘comunità economica’ aveva assoluto bisogno del bacino industriale, agricolo e portuale dell’Ucraina – spiega Urso. – Da quel momento, con l’annessione della Crimea, è cambiato l’atteggiamento russo . E il cambio di passo si è concretizzato con la creazione di una rete internet autonoma e una piattaforma nazionale di scambio bancario, nel tentativo di limitare gli effetti di quella che sarebbe stata la inevitabile reazione occidentale, ma anche con l’accresciuta presenza militare estera, attraverso i mercenari della Wagner. E questo sta avvenendo su più teatri: dal Mediterraneo al Sahel, dove sono avvenuti sei golpe in pochissimo tempo”.

“Nelle ultime ore – avverte Ursosi aggrava la situazione anche in Libia. Insomma, quella di Putin è un’operazione su vasta scala, attraverso l’utilizzo di più strumenti, che punta anche alla supremazia energetica e al controllo delle materie prime“.

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