Renato Zero: «Noi romani ci sentiamo stranieri a casa nostra, a Trastevere si parla inglese»

18 Mag 2022 11:33 - di Milena Desanctis
Renato Zero

«Allora, io ho 72 anni ma ne compio in pratica 70 perché per due anni sono rimasto fermo, maledetta pandemia… In più festeggio pure 55 anni di carriera, che non sono pochi, eh?». Renato Zero, in attesa di invadere il Circo Massimo, si racconta in un’intervista a Libero. Celebra i migliori anni della sua vita con un libro e un cd dal titolo Atto di fede. Una raccolta di diciannove inediti di musica sacra accompagnati da riflessioni recitate da quelli che Renato chiama apostoli, tra questi ci sono Alessandro Baricco, Pietrangelo Buttafuco, Sergio Castellitto, Aldo Cazzullo, Don Antonio Mazzi, Clemente J. Mimun.

Renato Zero, concerti al Circo Massimo

Zero è alle prese con l’organizzazione di cinque concerti-evento Zerosettanta che si terranno al Circo Massimo dal 23 settembre all’1 ottobre. Due dei quali già sold-out. E spiega il motivo per il quale ha scelto il Circo Massimo: «È un luogo che premia la mia romanità, mi faccio gladiatore per conquistarmi ancora una volta l’applauso della mia gente». E parla anche della “sua” Roma. «Da romano sono stato invaso da chi ha cercato di defraudarmi della mia romanità: i politici. Per l’invadenza di costoro tutti noi romani ci siamo sentiti stranieri a casa nostra, a Trastevere ormai senti parlare sempre più inglese. Vi sembra normale?». E così  rinnova «una mia vecchia proposta che è in realtà è una provocazione: perché non spostare il governo da Roma a Torino? Noi romani saremmo contenti di non essere più la capitale d’Italia, tanto siamo già la capitale del mondo».

Il messaggio ai giovani: non credete ai “social”

L’artista romano poi lancia un messaggio a giovani. Non devono credere «ai social. Renato è ancora quello che va a incontrare le persone al mercato e non per un selfie, e se voglio vedere un amico suono al suo citofono. Ormai ci è sconosciuto persino il pianerottolo: se non apri la porta agli altri, non amerai mai. I miei sorcini li vado a cercare ancora, ma al Tuscolo, a Monteverde, non su Instagram».

 

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