Cassese: “Ruby ter? Una giustizia in ritardo è una giustizia ingiusta. Voto sì ai 5 referendum”

30 Mag 2022 10:17 - di Federica Argento
Cassese referendum

Il professor Sabino Cassese, presidente emerito della Corte Costituzionale, ha dichiarato che voterà sì ai cinque referendum sulla giustizia di giugno. Un appuntamento che il giurista definisce un “dovere civico” nel corso di una lunga intervista rilasciata al Giornale. I quesiti referendari giungono in un momento in cui è recente l’effetto devastante della ricerca Eurispes che certifica che la maggioranza degli italiani non crede nella giustizia. E arrivano in un momento in cui sta facendo clamore la richiasta di condanna di Berlusconi al processo Ruby ter. Sabino Cassese è molto chiaro nel merito e non si sottrae alle domande. Parlando del filone d’inchiesta Ruby ter affema: «Una giustizia in ritardo è una giustizia ingiusta si dice nel mondo anglosassone. Anche considerando la farraginosità dell’ordinamento processuale e l’impegno degli avvocati che possono contribuire ai ritardi, 10 anni sono troppi. Dopo l’accusa, la decisione non dovrebbe intervenire più tardi di un anno». Dieci anni sono troppi.

Cassese, giustizia: “Un dovere civico votare ai referendum: voto sì”

Sul suo sì ai 5 referendum Cassese chiarisce il concetto: «Io ho detto che bisognerà recarsi alle urne, perché partecipare alle votazioni, sia per la scelta dei parlamentari, sia per partecipare ai referendum, è un dovere civico. E che bisognerà votare Sì per tutti quei quesiti sui quali il Parlamento non avrà nel frattempo preso una decisione. In altre parole, ritengo che la materia della giustizia sia tanto complessa da richiedere un intervento parlamentare. Tuttavia, se il Parlamento non riesce a decidere, occorrerà che decidano gli elettori direttamente attraverso il referendum», risponde a Francesco Boezi.

I cittadini non hanno fiducia nella giustizia: “Sono preoccupato”

Andare a votare è importante. “Il referendum può agire come uno strumento sollecitatore o sostitutivo – precisa il giurista- .Sollecitatore, nel senso di stimolare il Parlamento a decidere. Sostitutivo nel senso di lasciare ai votanti la decisione, se questa non è stata presa dal Parlamento». Quanto alla sfiducia degli italiani nella giustizi si dice preoccupato. E parallelamente ai dati Eurosper, cita un libro di Stephen Breyer, pubblicato dall’Harvard University Press all’inizio di quest’ anno: “ha osservato che la fiducia dei cittadini nella giustizia è un elemento fondamentale dell’ordine giudiziario. Breyer è stato per quasi trent’ anni giudice della Corte Suprema americana ed è uno dei più grandi giuristi di quel paese”. Dunque, “Se la giustizia italiana non è in consonanza con il Paese, com’ è dimostrato da questi dati, ma anche da tutti gli altri libri recenti sulla giustizia italiana, ci si deve preoccupare”.

Cassese, molti libri utili su una giustizia “così poco giusta”

Fornisce una sua personale bibliografia di questo malessere, il giurista che ad Atreju affermò di appoggiare la proposta di FdI per il presidenzialismo. “Dei tanti libri critici usciti di recente, ne ricordo soltanto due: quello di Gerardo Villanacci, intitolato Giustizia cinica, contraddizioni, stereotipi e problemi del sistema giudiziario italiano (Pendragon, 2022). E quello di Vittorio Manes, Giustizia mediatica. Gli effetti perversi sui diritti fondamentali e sul giusto processo (il Mulino, 2022). Sono due piccoli ma densissimi libri dai quali emergono tutti i guai della giustizia italiana. E il malessere della società per una giustizia così poco giusta”.

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