A Roma i cinghiali banchettano davanti ai cassonetti ma l’Ama si giustifica: non è colpa della monnezza

12 Mag 2022 20:00 - di Redazione
Cinghiali

I cinghiali sono ormai diventati i padroni di Roma. Passeggiano per le vie o banchettano davanti ai cassonetti stracolmi di monnezza. Ma l’Ama di fronte a un’emergenza senza fine tenta di giustificarsi. In una lunga nota snocciola dati per dimostrare che la presenza dei cinghiali non è «da attribuire direttamente allo svuotamento dei cassonetti e ai servizi di raccolta dei rifiuti. L’origine del fenomeno è da connettere a diverse e molteplici dinamiche, che esulano dalle competenze e dalla gestione di Ama».

Cinghiali a Roma, l’Ama si giustifica

E guardiamoli questi dati. «Negli ultimi mesi – si legge nella nota – a partire dallo scorso novembre, Ama ha avviato la riorganizzazione dei servizi e delle attività di raccolta nei vari quadranti della città. Il nuovo assetto ha consentito un progressivo miglioramento dell’igiene urbana, grazie a uno svuotamento dei cassonetti più puntuale. Pulizia e decoro hanno evidenziato un significativo miglioramento anche grazie alla sostituzione di circa 4mila cassonetti da 1.100 litri».

Ama, il consuntivo del mese di aprile

In particolare, si legge ancora, «per quanto concerne le aree maggiormente coinvolte dalla presenza di cinghiali, lo sforzo di Ama si evidenzia anche dai dati di consuntivo del mese di aprile, che mostrano come nei Municipi XIV e XV siano stati assicurati complessivamente oltre 5mila servizi di igiene urbana. In particolare, sono stati effettuati oltre 2.100 passaggi per prelievi da bidoncini/contenitori dedicati alla raccolta differenziata porta a porta per le famiglie; oltre 1.550 giri di svuotamento delle batterie di cassonetti stradali; circa 1.450 servizi di pulizia (presidio aree, spazzamento manuale e lavaggio meccanizzato, ecc.)».

Gasparri: «Si arriva dopo su tutto»

Ma la situazione a Roma è tutt’altro che rosea. Nei giorni scorsi è stato duro l’attacco di Maurizio Gasparri, commissario di FI per Roma Capitale. «Il ritardo – ha detto – è la costante che ha ispirato l’opera della nuova gestione amministrativa. Si arriva dopo su tutto: sul fenomeno dei cinghiali in città; sulla raccolta e lo smaltimento delle immondizie e ora anche sulla pulizia ordinaria». Per aggiungere: «Gualtieri ripulisca la città dalle erbacce che crescono in tutti i quartieri di Roma. Uno spettacolo indecoroso che offre ai turisti un’immagine sciatta e trascurata della Capitale. La pulizia delle strade non ha fatto alcun passo avanti rispetto al recente passato. È rimasta ferma al palo del pressapochismo e dei rinvii al giorno dopo. E quando al Comune si accorgono che la realtà non è proprio come la prometteva Gualtieri in campagna elettorale; che dopo essere trascorso il tempo sufficiente per dare un segnale di svolta ci si trova nello stesso stato di indecenza urbana, solo allora la giunta capitolina annuncia di intervenire».

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