Vito Petrocelli usa la Z, simbolo della guerra russa: il M5S lo espelle, il centrodestra: “Si dimetta”

25 Apr 2022 11:17 - di Milena Desanctis
Petrocelli

Vito Petrocelli, senatore M5S filo-Putin, posta la “Z” simbolo della guerra russa in Ucraina e scoppia il caso. Ieri su Twitter ha scritto un post dove augurava ironicamente una buona liberazione mettendo al posto della «zeta» normale la «Z» maiuscola simbolo delle armate di Putin. «Buona festa della LiberaZione…».

Petrocelli, Conte: «È fuori dal movimento»

Immediata la presa di posizione del leader del M5S, Giuseppe Conte che su Twitter ha replicato: «Vito Petrocelli è fuori dal Movimento 5 Stelle. Stiamo completando la procedura di espulsione. Il suo ultimo tweet è semplicemente vergognoso. Il 25 aprile è una ricorrenza seria. Certe provocazioni sono inqualificabili».

Petrocelli, Sibilia: «Sacrosanta l’espulsione dal M5S»

Petrocelli rimane però presidente della commissione Esteri del Senato. Molti grillini ieri ne hanno chiesto le dimissioni. «Sacrosanta l’espulsione dal M5S di Petrocelli. Il buon senso vorrebbe che lasciasse subito anche la presidenza della Commissione Esteri del Senato. Il 25 aprile è un giorno importante». È quanto scritto su Twitter il sottosegretario all’Interno Carlo Sibilia.

Il centrodestra: «Vergogna»

Dura la reazione anche del centrodestra. «Vergogna! La Z è il simbolo di una guerra criminale», hanno detto i senatori e capigruppo del centrodestra in commissione Esteri Tony Iwobi, Adolfo Urso e Enrico Aimi. «Vito Petrocelli, presidente della commissione Esteri del Senato, infanga le istituzioni che rappresenta con provocazioni che richiamano l’orrore dei crimini di guerra perpetrati con il simbolo della “Z”. Adesso basta. Dimissioni».

Il caso

Il caso era già esploso a marzo. Non solo e non tanto per la sua polemica assenza dall’aula di Montecitorio, riunitasi per ascoltare da remoto Volodymyr Zelensky,  ma soprattutto per il tweet postato subito dopo. Eccolo: «Fuori da questo governo interventista, che vuole fare dell’Italia un paese co-belligerante». Inoltre Petrocelli lo scorso 31 marzo aveva votato no alla fiducia sul decreto Ucraina.

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