Virostar dalle stelle alle stalle: gettonati in tv, snobbati dai lettori, fanno flop in libreria. I numeri

2 Apr 2022 15:32 - di Giulia Melodia
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Il virus non rende, se non a Big Pharma: il flop dei virologi in libreria lo testimonia a suon di tirature e vendite che sanciscono il fallimento editoriale degli esperti che ha tv ha trasformato in stelle del piccolo schermo. Vip trasformati in guru della medicina, sempre meno brillanti agli occhi di telespettatori e lettori. Sarà la sovraesposizione mediatica. Forse l’esperienza vissuta in prima in persona. Sicuramente l’esasperazione per un argomento che ha stroncato vite e esacerbato gli animi e, al tempo stesso, un eccesso di zelo, di paura e attenzione alla prevenzione, che hanno spinto gli italiani a documentarsi in tempo reale sul Covid – di cui hanno imparato a conoscere, sulla propria pelle, minacciosità, virulenza e sfaccettature letali –. Fatto sta che gli italiani stanno dimostrando di non volerci tornare su, almeno teoricamente, una seconda volta.

Covid, i virologi fanno flop in libreria

Così, la nutrita bibliografia sulla pandemia che in questi ultimi due anni ha ramificato negli scaffali delle nostre librerie, non sembra aver messo radici nei pensieri e nelle letture degli italiani. Tanto che, nei giorni della “tana libera tutti” arrivati con la fine dello stato d’emergenza, Libero propone una rassegna dei tanti saggi dedicati a virus e pandemia – declinati a storia, scienza e vita quotidiana – una disamina attenta e puntuale. Decreta il flop dei virologi in libreria. E ne spiega motivi e retroscena. Nel servizio d’approfondimento del quotidiano fondato e diretto da Vittorio Feltri, si parte dai dati di vendita dei principali testi pubblicati sul coronavirus a partire dal 2020, forniti dalla società Nielsen Bookscan. Dati non esattamente lusinghieri, specie se consideriamo che le firme del flop editoriale sono quelle di chi, in tempi di virus e pandemia, ha spopolato in tv.

Dalla Capua a Bassetti passando per Burioni: virologi snobbati dai lettori

Vediamoli, riassunti in una sorta di scherma riassuntivo, i numeri che giustificano – con la veridicità della matematica – la delusione degli autori e la bocciatura dei lettori. Insomma il Covid ha perso smalto mediatico e subìto in termini di vendite editoriali il calo di motivazione agli occhi di telespettatori e lettori, specie nell’ultimo anno. Come dimostra, tra i vari, il caso di Ilaria Capua, che nel maggio 2020, alla fine della prima ondata della pandemia, ha pubblicato Il dopo. Il virus che ci ha costretto a cambiare mappa mentale (Mondadori). Per lei, riferiscono i dati che Libero registra, 17mila copie. Un numero emblematico, anche al netto dei timori dei cittadini in quel periodo, nel tornare in luoghi pubblici come le librerie.

Poche migliaia di copie vendute anche nel cuore della pandemia

Anche Roberto Burioni, forte della spinta televisiva promulgata in stagioni mediatiche di appuntamenti settimanali, ha riassunto in un testo il suo sapere scientifico dispensato in pillole domenicali dal piccolo schermo. Dandolo alle stampe in un momento nevralgico come quello del cuore della prima ondata, del marzo 2020. Titolo: Virus, la grande sfida (Rizzoli), accolto con discreto favore con 12mila copie vendute. Poi però, come ci si allontana cronologicamente dall’esplodere della pandemia, le deflagrazioni in libreria cominciano a riecheggiare più pesantemente che mai. E i riscontri di vendite peggiorano. Di molto. Se ne è accorta, per esempio, la stessa Capua. Che nell’ottobre 2021 ha pubblicato La meraviglia e la trasformazione verso una salute circolare (Mondadori), che si è fermato a 5.000 copie vendute. Mentre la sua opera di divulgazione scientifica destinata ai ragazzi e intitolata Il viaggio segreto dei virus (DeAgostini), edita a inizio 2021, si è fermata alle 7.000 copie.

Flop virologi in libreria: qualche titolo non supera la soglia critica delle 1000 copie vendute

Una mannaia, quella del taglio netto delle vendite dei testi sacri delle virostar, che non risparmia nessuno. Lo sa bene un vip del settore del calibro di Matteo Bassetti che, nel novembre 2020 pubblicava con Martina Maltagliati Una lezione da non dimenticare. Cronaca della battaglia per sconfiggere il Covid-19 senza panico, né catastrofismo (Cairo) gettonato in solo 6.000 copie. Un record negativo doppiato appena un anno dopo con il suo libro Il mondo è dei microbi. La nostra battaglia contro i nemici invisibili (Piemme), scritto sempre con la Maltagliati, che ha strappato sul mercato solo 3.000 volumi venduti. Destino analogo quello della collega, l’immunologa Antonella Viola, che nel maggio 2021 con Danzare nella tempesta. Viaggio nella fragile perfezione del sistema immunitario (Feltrinelli) ha ottenuto 15.000 acquirenti. Mentre, con il bis editoriale del settembre 2021 è andata molto peggio. Destinato a un pubblico di ragazzi e scritto insieme a Federico Taddia, Virusgame. Dall’attacco alla difesa, come si protegge il corpo umano (Mondadori), ha appena sfiorato le 1.000 copie.

Le performance editoriali della Gismondo, di Crisanti e Ricciardi

Un soglia critica – e un punto di non ritorno editoriale? – quella del migliaio di copie, che non è stata varcata da tanti “numi” della virologia. Al limite dei mille acquirenti e non oltre, dunque, si sono dovuti arrendere Maria Rita Gismondo con Ombre allo specchio. Bioterrorismo, infodemia e il futuro dopo la crisi (La nave di Teseo). Giovanni Rezza con Epidemie. I perché di una minaccia globale (Carocci) nella sua nuova edizione. Andrea Crisanti con Caccia al virus (Donzelli), scritto con Michele Mezza. E Walter Ricciardi con Pandemonio (Laterza).

 

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