Usa, si fa largo il movimento “Basta fare figli”: la follia ambientalista che ispira pure Harry e Meghan
Mentre il mondo occidentale si interroga su come affrontare il tema della denatalità, negli Usa prende piede un movimento che invoca lo stop alla procreazione. Si chiama proprio così, “Stop having kids”, “Basta fare figli”, ha un suo sito molto articolato e delle sue pagine social, con un seguito – va detto – non particolarmente consistente: i follower racimolati su Instagram in un anno (il primo post è del 21 marzo 2021) sono 6.738; su Facebook hanno messo “mi piace” 5449 alla pagina persone, mentre sono 5849 quelli che la seguono.
Eppure sarebbe semplicistico o consolatorio considerare il fenomeno come un fatto di nicchia e che magari coinvolge solo pochi esaltati. I germi di questo pensiero che invoca di non fare bambini come scelta etica, basata essenzialmente su ragioni ambientaliste, infatti, fanno proseliti e coinvolgono anche esponenti di primo piano della categoria di “gente che piace alle gente che piace”, come dimostra il caso di Harry e Meghan.
Il movimento “Basta fare figli”
A portare sulle cronache nazionali italiane il caso “Stop having kids” è oggi La Verità con un articolo intitolato «Il delirio Usa contro la procreazione: “Fare figli è un danno per l’umanità”». «Noi vogliamo normalizzare l’anti-natalismo, la libertà dai bambini e il prendersi cura della vita già esistente», si legge sul sito del movimento, che qualche tempo fa si presentò nello Stato americano dell’Oregon con dei mega manifesti con il proprio motto, nel quale la “o” di stop era stata trasformata in un segnale di divieto con un un neonato all’interno.
Una scelta di «liberazione collettiva (umani e non umani)»
«L’antinatalismo è una posizione filosofica ed etica contro la riproduzione umana», si legge sul sito, nel quale si parla delle «implicazioni che la procreazione avrà per altri esseri umani, altri animali e il mondo naturale». «Il mondo non ha bisogno che continuino la tua linea di sangue, la tua genetica o il nome della tua famiglia», si legge poi sui cartelloni tenuti dagli attivisti nelle varie manifestazioni per dire “basta fare figli” di cui il movimento, che si definisce «di liberazione collettiva (umani e non umani)», dà conto sui propri social.
Una rassicurante precisazione
Sul sito, poi, si legge ancora che «non impediamo direttamente alle persone in alcun modo di avere figli. Crediamo che tutti gli esseri umani dovrebbero smettere di avere figli, non che tutti gli esseri umani dovrebbero essere costretti a smettere di avere figli. Sosteniamo l’anti-natalismo e il sostegno alla vita già esistente. Cerchiamo di normalizzare il non avere figli con mezzi rispettosi che onorano l’autonomia e l’individualità del corpo». Insomma,”Stop having kids” ci tiene a far sapere che non punta alla sterilizzazione coatta del genere umano. Molto confortante.
Il no alla procreazione si fa strada nelle nostre società
Un po’ meno lo è il fatto che “Stop having kids” rappresenti solo la manifestazione più estrema di un pensiero che, invece, si fa strada e prende piede nelle nostre società, anche grazie al sostegno attivo di personaggi e realtà che appaiono assai meno disturbanti. E, anzi, per molti sono modelli da seguire. In questo senso basterà citare il caso dei duchi del Sussex, che proclamarono illo tempore la loro decisione di avere solo due figli come scelta di tutela ambientale.
La «decisione illuminata» di Harry e Meghan di avere solo due figli
Fu direttamente Harry a spiegare di vedere il pianeta come uno stagno «nel quale noi siamo le rane e l’acqua è già in ebollizione», con buona pace di fratello e nonna sovrana, genitori rispettivamente di tre e quattro figli. In particolare Harry affidò la sua riflessione alla vetrina patinatissima di Vogue Uk, curato in quel mese – settembre 2019 – proprio da Meghan Markle, in veste di direttore ospite, e dedicato in particolare alle donne simbolo del cambiamento, guarda caso tutte di impostazione liberal. Due anni dopo, nel luglio dello scorso anno, Harry e Meghan, per quella loro «decisione illuminata» dall’associazione benefica Population Matters, secondo la quale «il duca e la duchessa del Sussex stanno dando una mano ad assicurare un futuro migliore per i loro figli e stanno anche dando l’esempio ad altre famiglie».