L’Istat avverte: ripresa bloccata, la guerra rosicchia il pil. Nascite ancora in calo, come nel 2017-18

21 Mar 2022 11:58 - di Alessandra Danieli

L’Istat si appresta a rivedere al ribasso le stime sul pil per effetto della guerra in Ucraina. La perdita potrebbe essere “dello 0,7 di pil. Ma c’è il rischio di valori decisamente più grandi”. Così il presidente Istat Gian Carlo Blangiardo a Sky Tg24.  Che fotografa una ripresa bloccata dal conflitto russo-ucraino. “Non siamo ancora in grado di dire come andrà finire, certamente c’è un blocco rispetto alla di speranza ripresa”, aggiunge.

Istat: ripresa bloccata per la guerra

Difficile fare previsioni attendibili. “Come statistiche ufficiali non siamo in grado poter dare indicazioni rispetto a qualcosa che non è sotto controllo,. continua il presidente dell’Istat. “Di certo il livello di oggi dell’inflazione è preoccupante e non c’è nulla che faccia sperare che le cose possano migliorare”. Speriamo in una soluzione della crisi – ha detto – non mi sentirei di dire che siamo in grado fare previsione. Perché “viviamo alla giornata”.

Nascite ancora in calo. Mai così dal 1917

C’è il timore che ” questo nuovo effetto paura per la guerra possa indurre a rimanere in attesa. A rinviare progetti di maternità e paternità che poi diventa una rinuncia”. Così Blangiardo a proposito del tasso di natalità ancora in picchiata verso il basso. “La popolazione italiana è scesa sotto il livello dei 59 milioni tornando indietro al livello del 2006, con una tendenza che va avanti dal 2014”.

Famiglia, servono interventi immediati

La popolazione italiana“, insiste, “continua a diminuire ed era successo solo nel 1917-1918”. Ma questo trend di denatalità potrebbe invertirsi. “È  cresciuta la sensibilità e sono stati attivati degli interventi per invertire la tendenza”, ha osserva Blangiardo con un certo ottimismo. “Se si continua con questo atteggiamento di attenzione e con gli interventi corrispondenti potremmo arrivare in Italia ad un blocco della caduta delle nascita e magari ad una ripresa”.

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