“Troppi panini alla figlia, non le dice mai di no”. I giudici le tolgono la ragazzina e la affidano al padre

2 Apr 2022 9:24 - di Alessandra Parisi

Ha perso la podestà genitoriale. Le hanno tolto la figlia. A nulla sono servite le prime disposizioni dei giudici e la minaccia di ammende. La colpa della donna di Bari? Troppi panini alla ragazza. Si è conclusa con un verdetto inaspettato la lunga guerra giudiziaria dei genitori. Padre e madre in lite, sempre in conflitto per l’educazione della ragazzina contesa.

Bari, le tolgono la figlia: mangia troppo

Per i giudici la madre non è in grado di essere una brava mamma. Non sa educare la figlia, neppure dal punto di vista alimentare. Perché con lei è diventata obesa. Il tribunale ora ha disposto “«l’affidamento super esclusivo” della figlia al padre. E la sospensione temporanea dei rapporti madre-figlia. “Fino al pieno recupero da parte della donna delle proprie capacità genitoriali attraverso un percorso di sostegno psicologico”, si legge nella sentenza. Adesso la madre ha dieci giorni per lasciare la casa e la sua bambina.

La sentenza dà ragione al padre

La sentenza, al termine di una causa di divorzio durata oltre 3 anni, è partita dal ricorso del padre. Che lamentava di non poter vedere la figlia se non «per pochissimi minuti. Per il “perdurante, palese ostruzionismo” dell’ex moglie. All’inizio la ragazzina aveva dimostrato “un sincero slancio affettivo e la gioia di incontrare suo padre”. Poi “aveva mutato radicalmente atteggiamento. Opponendosi alle richieste del padre e degli operatori dei servizi sociali”. Fatti che per il Tribunale mostrano l’assoluta inidoneità della madre a rendersi affidataria in condiviso della minore.

La donna deve andarsene entro 10 giorni

Ora se la donna non rispetterà le prescrizioni, l’uomo potrà avvalersi della forza pubblica per fare rispettare la sentenza. Ma la decisione sarà molto dolorosa per la piccola. Abituata a vivere in via esclusiva con la madre. Tanto che i giudici precisano che nella prima fase in cui il padre riprenderà a vivere ordinatamente con sua figlia, dovrà essere supportato dai servizi sociali territoriali. Una storia triste. Un ‘verdetto’ che rispetta molto poco i diritti del minore.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *