“Scrivete quali compagni volete morti all’Inferno”: il compito folle di una maestra alle elementari
Si parlava di Dante e dei gironi infernali, ma una maestra si è fatta prendere la mano. E nel compito alla scolaresca elementare ha chiesto di scrivere negli anelli dell’Inferno di Dante i nomi dei compagni che volevano vedere morti. Sulla lavagna la maestra della scuola Carlo Levi di Roma, zona Fidene, tracciava simboli massonici, chiedeva agli allievi di ripetere frasi di continuo, senza interruzione, mentre erano in classe”. E’ la ricostruzione del Messaggero che ha raccolto la testimonianza di Tiziana Cagnazzo, presidente del Consiglio d’istituto.
Il compito choc della maestra. Il racconto
La denuncia di 60 famiglie
I familiari raccontano che i loro figli non volevano più andare a scuola; alcuni facevano fatica a dormire la notte, avevano incubi notturni. Qualche bambino aveva addirittura ripreso a fare la pipì a letto. Questa la cornice con cui questa donna pensava di svolgere il ruolo della maestra. Si è aggiunto, poi, il caso della spiegazione dell’Inferno di Dante avvenuto in una una seconda elementare. La Cagnazzo ha aggiunto altri particolari inquietanti: “Sui quaderni i genitori hanno trovato contenuti poco chiari che spaziavano da Dante a numeri; simboli e formule matematiche”. Il Dante “esoterico” è un filone importante della critica dantesca, ma dubitiamo che fosse questo l’obbiettivo raffinato dell’insegnante in una seconda elementare. Dalle testimonianze raccolte, anche molti suoi colleghi si erano più volte scontrati con lei.
I bambini non volevano più andare a scuola
Alcune mamme, continua la presidente del Consiglio d’istituto, “dicono che l’insegnante aveva un linguaggio scurrile, fumava per i corridoi e in aula metteva musica da discoteca ad altissimo volume”, riporta anche il Tg com 24. “Una mamma racconta di aver dovuto tenere a casa la bambina quando aveva lezione con la docente perché la piccola aveva paura”. Assurdo nell’assurdo: “Sembra anche che, in un’occasione, la donna si fosse messa a cavalcioni sulla finestra, urlando “Guarda come dondolo” e terrorizzando i ragazzi”. I genitori avevano tentato di confrontarsi con la docente, ma dalle descrizioni del lungo resoconto sul Messaggero, sembra che si trovassero di fornte a un’invasata.
Sospensione di sei mesi
“Non riuscivano a capire le sue parole – riprende Cagnazzo – e i toni sono diventati così accesi da rendere necessario chiamare le forze dell’ordine”. E’ emerso in quell’occasione che l’insegnante aveva gravi problemi di salute. Spulciando nel curriculum, sembra che in passato sia stata allontanata da altre scuole. La conclusione: “Quella donna deve essere curata”, chiarisce ancora la presidente del Consiglio d’istituto. Per il momento a suo carico è scattata una sospensione di sei mesi. la vera domanda è: come è stato possibile non allontanarla prima dalle classi, viste le sue condizioni.