RaiTre, contro l’ingaggio di Damilano insorge anche il Cdr: «È un esterno, così crescono i costi»

5 Apr 2022 20:47 - di Redazione
Damilano

Proprio non se l’aspettava Marco Damilano il fuoco incrociato che lo ha investito una volta diffusa la notizia del suo ingaggio a RaiTre, in qualità di conduttore di un programma tutto nuovo. L’ex-direttore dell’Espresso è uno dei volti più noti del giornalismo italiano. In tv, specialmente a La7, è praticamente di casa. E tutti, persino Massimo D’Alema che in un’occasione lo insultò in diretta, convengono sulla sua professionalità. Il problema che, per quanto feudo della sinistra, parte politica in cui Damilano si riconosce, la Rai tollera poco gli innesti esterni. La crisi di rigetto è sempre dietro l’angolo, come ben hanno imparato prima di lui professionisti come Gad Lerner o, in tempi più recenti, Augusto Minzolini.

Damilano condurrà un programma informativo

Che analogo destino possa toccare pure a lui è sensazione che si ricava scorrendo la nota diffusa dal comitato di redazione della Direzione editoriale della terza rete. «Il nuovo programma di RaiTre affidato a Marco Damilano – vi si legge – rappresenta solo l’ultimo episodio in cui la rappresentanza sindacale ha appreso dalla stampa le novità di palinsesto, in violazione del contratto giornalistico. Eppure il contratto tutela i giornalisti, e il loro lavoro, in quanto tali, indipendentemente dalla loro collocazione o meno in una testata. La Rai deve prenderne atto».

Il Comitato: «Farà concorrenza al Tg2»

Una questione di forma, che per gli estensori della nota è però un fatto di sostanza. «Senza voler mancare di rispetto ad un professionista di grande autorevolezza come Damilano – prosegue il comunicato -, a questo Cdr è stata finora negata la possibilità di qualsiasi forma di confronto sostanziale con le nuove direzioni di genere, che stanno operando sulla testa di 180 giornalisti tenuti all’oscuro di tutto». Segue la gelida presa d’atto «dell’ennesima scelta che ricade su un esterno». L’estraneità alla Rai è l’aspetto più rilevante. Il Cdr ricorda infatti che il neo-conduttore è «solo l’ultimo di una lunga lista, con un ulteriore aumento dei costi, per un programma che oltretutto, visto l’orario, si sovrappone all’informazione del Tg2». Come a dire che il flop di Damilano potrebbe essere dietro l’angolo.

 

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