«Ti sparo in testa: questo è il linguaggio della destra italiana». L’assurdo “spiegone” di Damilano (video)
Al Nuovo cinema Sacher di Roma oggi va in scena l’appuntamento organizzato dall’Espresso dopo l’aggressione degli estremisti di destra a due giornalisti del settimanale, avvenuto il 7 gennaio scorso durante la commemorazione delle vittime di Acca Larenzia al cimitero del Verano. Sul palco il direttore dell’Espresso Marco Damilano, con un po’ di “intellighentia” di sinistra notoriamente pronta a sparare sulla destra e su Salvini, da Michela Murgia a Diego “Zoro” Bianchi.
Damilano, ieri sera, in apertura del programma “Propaganda live“, sulla Sette, in un intervento sui fatti politici degli ultimi giorni, in cui Salvini ovviamente è diventato la causa dei mali di tutto il mondo, a un certo punto ha evidenziato l’episodio del Verano che ha visto coinvolti due suoi giornalisti, in qualità di direttore dell’Espresso, con un passaggio del tutto incomprensibile, per essere quella una rubrica intitolata lo “spiegone”, destinata, apparentemente, a tutti.
«I giornalisti sono stati minacciati, anche picchiati, poi qualcuno ha gridato “ti sparo in testa”, questo è anche il linguggio della destra italiana», ha aggiunto Damilano. Quindi la destra italiana, cioè un fronte di persone che a naso è inquadrabile almeno nel 30-40%% dell’elettorato, userebbe questo linguaggio. Parole non pronunciate da un esponente di una delle tante sigle di estrema destra di una galassia infinita e frammentaria, ma “dalla destra italiana”, secondo Damilano “questo è anche il linguaggio della destra italiana”, dice, facendo riferimento a tutta l’area politica, da quella cattolica e conservatrice che milita nelle formazioni di centro, a quella non ideologica salviniana, a quella rappresentata da Fratelli d’Utalia e radicata nella tradizione missina. “Ti sparo in testa è anche il linguaggio della destra italiana”, dice Damilano, analista politico tra i più gettonati in tv. Non proprio uno “spiegone”, se si parla in tv agli italiani. Perché le parole – come direbbe Nanni Moretti, che oggi ospita Damilano al Sacher – sono importanti, anche quando non si parla della sinistra.