Mariupol, corpo a corpo tra soldati russi e ucraini nell’acciaieria. Mosca annuncia la resa. Kiev smentisce

13 Apr 2022 12:09 - di Lorenza Mariani
Mariupol

Mariupol sotto assedio, i marines ucraini si uniscono al battaglione Azov: corpo a corpo nell’acciaieria contro gli uomini del ceceno Kadyrov. Mosca annuncia la resa dei soldati ucraini. Ma Kiev smentisce… Dopo 49 giorni di guerra, il tragico rimbalzo della accuse e delle rivendicazioni tra Mosca e Kiev riguarda Mariupol. E proprio mentre la capitale ucraina denuncia l’ultima violazione del cessate il fuoco. Con il sindaco della città sudorientale che lancia l’allarme di 100mila persone che chiedono di essere evacuate. Mentre arriva l’annuncio ufficiale che decreta che nessun corridoio umanitario sarà aperto oggi, il Ministero della Difesa russo – citato dalla Tasscomunica la resa di 1026 soldati ucraini. Tra loro, 162 ufficiali e 47 soldatesse. Di contro, l’Ucraina smentisce e rilancia: l’esercito di Kiev, che cita la Bbc, fa sapere che i militari russi, con le truppe cecene, stanno cercando di prendere l’impianto siderurgico Azovstal a Mariupol. Dove sarebbe in corso un corpo a corpo tra i soldati dei due schieramenti.

Mariupol: i marines ucraini si uniscono al battaglione Azov. Corpo a corpo nell’acciaieria

Dunque, la fabbrica siderurgica è diventata l’epicentro della battaglia per il controllo della città portuale. La polveriera in cui, dopo pesanti bombardamenti russi nella notte, oggi sono esplosi feroci attacchi e perfino combattimenti corpo a corpo. Che, a quanto riferisce la Bbc, sarebbero in corso nei corridoi dell’enorme complesso industriale usato dai marines ucraini come una delle basi operative chiave. Eppure, mentre su Facebook Oleksiy Arestovych, consigliere del capo dell’Ufficio del Presidente Zelensky, citato da Ukrinform, fa sapere che a Mariupol, alcune unità della 36ma brigata separata di marines intitolata al contrammiraglio Mykhailo Bilinsky sono riuscite a raggiungere e ad unirsi al reggimento Azov, secondo il portavoce del ministero della Difesa russo – il maggiore Igor Konashenkov – «1.026 militari ucraini della 36esima brigata marina, nei pressi dell’acciaieria Ilyich si sono arresi alle truppe russe», nella città portuale assediata di Mariupol.

Ma per Mosca: 1.026 soldati ucraini si sono arresi

Secondo il portavoce del ministero della Difesa russo, Konashenkov, «1.026 militari ucraini della 36esima brigata marina, nei pressi dell’acciaieria Ilyich» si sono arresi alle truppe russe nella città portuale assediata di Mariupol. Sostenendo in una nota che «nella città di Mariupol, a seguito del successo delle offensive delle forze armate russe e delle unità della milizia della Repubblica popolare di Donetsk, 1.026 soldati ucraini della 36esima Brigata della Marina hanno deposto volontariamente le armi. E si sono arresi». Non solo. Alle dichiarazioni di Mosca, seguono simili affermazioni fatte sul suo canale Telegram dal leader ceceno Ramzan Kadyrov. Il quale, inasprendo ulteriormente i toni, conferma e rilancia.

Il leader ceceno Kadyrov su Telegram: «Una scelta giusta»

Aggiungendo, per esempio, che si contano anche «centinaia di feriti». Per l’esattezza, sul suo canale Telegram, il famigerato comandante delle milizie posta: «Oggi più di 1.000 marines ucraini si sono arresi a Mariupol. Ci sono centinaia di feriti tra loro. È una scelta giusta», ha detto. Quindi ha chiosato: «Le forze ucraine vengono sconfitte una dopo l’altra ogni giorno». Non prima di aver affermato che «ci sono circa 200 feriti nello stabilimento di Azovstal che non possono ricevere assistenza medica». E che «è meglio per loro e per tutti gli altri porre fine a questa inutile resistenza e tornare a casa dalle loro famiglie». Dal momento che – sempre a sua detta – «i combattenti ucraini non sanno cosa fare con i feriti. Non sanno chi contattare e cosa fare dopo». E che «non ci sono quasi più combattenti. Sono attivi solo piccoli gruppi individuali».

I toni minacciosi di Kadyrov

Toni minacciosi, quelli di Kadyrov. Denigratori. Che aumentano – se possibile – la portata dello scempio che i russi stanno compiendo sul terreno di guerra. Un orrore rilanciato quotidianamente, in nome di una propaganda usata come un’ulteriore arma puntata sul conflitto. Del resto Kadyrov – che si è spesso descritto come il “soldato di fanteria” del presidente russo Vladimir Putin – è lo stesso uomo che, mentre il mondo è col fiato sospeso alla notizia che la Russia sta preparando una nuova grande offensiva a est e nel sud dell’Ucraina – che si prevede sanguinosissima – ha dichiarato che «l’attacco russo non si sarebbe scatenato solo su Mariupol. Ma anche su altri luoghi. Città e villaggi». Asserendo con sicumera, solo un paio di giorni fa: «In primo luogo libereremo completamente Luhansk e Donetsk. Poi prenderemo Kiev e tutte le altre città»…

Kiev non conferma la resa dei soldati a Mariupol

Dal canto suo, però, smentendo gli annunci ufficiali di Mosca, Kiev non conferma la resa. In base a quanto riferito in queste ore da il Guardian, che cita la Reuters, infatti: il ministero della Difesa ucraino non ha informazioni su alcuna resa da parte di soldati ucraini a Mariupol. Mentre ribadisce, attraverso le parole della vice premier ucraina Iryna Vereshchuk, che «per oggi non sono previsti corridoi umanitari per i civili perché l’occupante viola il cessate il fuoco». Denunciando una situazione in corso devastante a Mariupol. Dove, incalza su Telegram la ministra per la Reintegrazione dei territori occupati, «non solo gli occupanti stanno ignorando il diritto umanitario internazionale. Ma non possono controllare adeguatamente i loro militari sul campo». Concludendo: «Tutto ciò crea un livello alto di pericolo. Quindi dobbiamo astenerci dall’aprire corridoi umanitari oggi. Ma lavoriamo per riaprirli il ​​prima possibile».

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