La prof agli alunni: «Imparate Bella Ciao come compito per le vacanze». Scoppiano le polemiche

14 Apr 2022 13:03 - di Mia Fenice
Bella Ciao

Crea polemiche il caso di un’insegnante che ha assegnato agli studenti come compito per le vacanze pasquali di studiare Bella Ciao e fare un video. Il caso è scoppiato in una scuola di Faenza, in provincia di Ravenna. A raccontare la vicenda è Il Corriere di Romagna.  La consegna dell’insegnante, riportata sui diari dagli studenti, si legge sul quotidiano, recita infatti “Studia canzone Bella Ciao e fare il video”. Un genitore ha segnalato il caso avvenuto a scuola al consigliere comunale del gruppo Misto, ex Lega, Gabriele Padovani, che è sceso in campo e ha annunciato di voler portare la vicenda in consiglio comunale.

“Bella Ciao” a scuola: scoppiano le polemiche

Padovani ritiene, infatti, che la richiesta della professoressa sia «eccessivamente politicizzata». «Depositerò a breve un’interrogazione e un ordine del giorno – ha assicurato il consigliere comunale al quotidiano –. Bella Ciao è una canzone contrassegnata politicamente e oltretutto non fu mai nemmeno cantata dai partigiani. Per quale ragione – si è chiesto – la si propone a ragazzi di 12 anni? Forse la docente non aveva a disposizione una valida alternativa?».

«Perché non Verdi piuttosto che i “rossi”»

Padovani poi ha proseguito. «Se l’intenzione era quella di sensibilizzare i ragazzi sulla guerra in corso – ha affermato il consigliere – allora si poteva optare per altri brani. Il 13 marzo, ad esempio, il coro lirico della città di Odessa, in Ucraina, ha intonato il Va pensiero contro l’invasione russa. Perché non Verdi piuttosto che i “rossi”?». E poi ha aggiunto: «Proporrò che venga fatto studiare anche il coro del Nabucco che ha sicuramente un significato più ampio di Bella Ciao e, benché sia stato usato anche dalla Lega, fa in ogni caso parte del patrimonio collettivo della cultura italiana. La politica deve rimanere fuori dalle aule scolastiche». Il caso, si legge ancora sul quotidiano, potrebbe anche approdare in Parlamento.

 

 

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