Il sindaco di Bucha: «La mia gente uccisa per divertimento: i russi facevano “safari” sui civili»

5 Apr 2022 13:14 - di Federica Parbuoni
sindaco bucha

Si chiede «perché questa cattiveria?». Ma una spiegazione è lui stesso a fornirla: «Bucha è la vendetta dei russi alla resistenza ucraina». Il sindaco Anatoly Fedoruk, 50 anni, in carica dal 1998, parla dei massacri e racconta l’orrore perpetrato contro i suoi concittadini, da una città che è ancora «senza linea, senza elettricità, senza gas» con una «temperatura sotto zero». E nella quale, mentre tutto il mondo guarda con sgomento alle immagini dei massacri, ancora non è chiaro quante siano le vittime. «Si parla di centinaia di persone trucidate, torturate, buttate in fosse comuni», spiega, chiarendo che il suo primo pensiero, ora, «è dare un nome a ogni morto».

«La mia gente uccisa per divertimento o per rabbia»

Fedoruk è stato intervistato dal Corriere della Sera. Il colloquio è partito dall’immagine atroce di una famiglia trucidata trovata sul letto di casa, con una bimba «che avrà sei anni», nuda con le mani legate, la bocca e il mento coperti da una garza e un buco di proiettile nel cuore. «Perché questa cattiveria?», non si capacita il primo cittadino, che aveva capito, sì, che si trattava di un massacro, ma non pensava «che la mia gente sarebbe stata uccisa per divertimento o per rabbia». «I russi hanno sparato a tutto ciò che si muoveva: passanti, persone in bicicletta, alle auto con la scritta “bambini”», ha confermato Fedoruk, chiarendo che non potrà mai scordare quelle immagini che lui ha visto per primo.

«I russi sparavano a tutto ciò che si muoveva»

«Hanno trasformato intere parti della città in un campo di concentramento. Le persone sono state chiuse negli scantinati per settimane, senza acqua e cibo. Chi usciva a cercarne veniva ucciso», ha riferito il sindaco spiegando di apprendere dalla cronista, Greta Privitera, che firma l’intervista, dell’accusa che gli viene rivolta sui social, fomentati dai media russi, di non aver segnalato immediatamente i massacri. Accusa utilizzata per sostenere la tesi russa della «messinscena». «È assurdo», ha commentato Fedoruk, ricordando che «la città è stata tagliata fuori dal mondo per settimane. Solo quando l’hanno liberata abbiamo potuto vedere la realtà e renderci conto della dimensione dell’orrore».

L’intervista che smonta le fake sul “silenzio” del sindaco di Bucha

«Appena ho visto e capito – ha chiarito – ho raccontato». Il primo racconto degli orrori di Bucha, da parte del sindaco, risale ad alcuni giorni prima che le truppe russe lasciassero il campo: «I russi, col pretesto di cercare i nazisti, irrompono nelle case e le saccheggiano e poi uccidono i civili senza motivo», aveva detto il 28 marzo all’agenzia di stampa Adnkronos. «Tutti gli orrori di cui noi abbiamo sentito parlare come di crimini compiuti dai nazisti durante la seconda guerra mondiale – aveva aggiunto – ora li vediamo qui a Bucha, dove è in atto un piano del terrore contro la popolazione civile».

La caccia dei russi al primo cittadino

Fedoruk ha raccontato quindi di aver passato l’ultimo mese in casa, rischiando a sua volta la vita: «Un giorno i soldati sono entrati e mi hanno puntato una mitragliatrice alla testa. Hanno chiesto di me, ma non mi hanno riconosciuto, non avevo il passaporto. Poi sono stato ospitato dai cittadini».

Il «safari sui cittadini» come vendetta

«Che vengano qui di persona a vedere di chi sono le armi, di chi sono le mani, da quanti giorni i corpi giacciono nelle strade», ha quindi aggiunto il sindaco di Bucha, rispondendo ancora alle accuse russe e spiegando che la cosa che lo fa arrabbiare di più è «il cinismo». «Questo – ha ricordato – è il secondo esercito al mondo, dei professionisti. Ma siccome non sono riusciti nell’operazione militare hanno organizzato un “safari” sui civili». «Speriamo – ha quindi concluso Fedoruk – che Putin e i suoi criminali vengano Puniti».

 

Il sindaco di Bucha Anatoly Fedoruk nella foto immagine del suo profilo Facebook, caricata a gennaio

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