Giallo sul suicidio di due coniugi giapponesi a Roma. L’avvocato della coppia smentisce l’harakiri

30 Apr 2022 11:29 - di Redazione
coniugi giapponesi

È giallo a Roma sulla morte di due coniugi giapponesi. Lei di 91 anni e lui di 92, sono stati trovati senza vita in un’abitazione in zona Ponte Milvio a Roma. La donna è stata rinvenuta sul letto con una ferita alla testa mentre l’uomo è stato trovato nella vasca da bagno con una ferita all’addome e il coltello in mano. Tra le ipotesi in campo c’è quella dell’omicidio-suicidio.

Coniugi giapponesi morti a Roma, le ipotesi

La modalità con cui sarebbe avvenuto il gesto, come hanno scritto numerosi giornali, ricorderebbe “l’harakiri”, ovvero l’antico rito che i samurai utilizzavano per togliersi la vita con un fendente allo stomaco. Altri quotidiani hanno parlato dell’antico rituale samurai del seppuku, il termine con cui in Giappone viene chiamato il suicidio. Come scrive il Messaggero, «o meglio il rituale con il quale viene eseguito: un taglio al ventre tramite un coltello, il tanto. Le donne invece si recidevano la giugulare. Era il modo con cui i samurai si toglievano la vita».

Parla l’avvocato della famiglia

Ma l’avvocato della famiglia, Carolina Capaldo a Fanpage.it dice chiaramente: «Non possiamo parlare di harikiri: questa terminologia, infatti, potrebbe nascondere un profilo velatamente diffamatorio. Nella cultura giapponese, infatti, anche la scelta del rituale può essere determinante i Sakamoto si trovavano in Italia da più di 50 anni, ma erano ancora profondamente legati alla loro cultura e anche il loro figlio, che ha 55 anni, è cresciuto con una cultura mista».

Coniugi giapponesi: chi erano

Come riporta il Corriere, Tetsuo Sakamoto, era una personalità nel suo campo e era stato insignito del titolo di commendatore della Repubblica. Le partecipazioni al Meeting di Rimini negli anni Ottanta, la vicepresidenza dell’associazione Italia-Giappone. E anche una lunga docenza all’Orientale di Napoli. Eiko Sakamoto, scrive il quotidiano milanese, di due anni più giovane, potrebbe essere morta senza nemmeno rendersene conto. Era malata terminale. Sarà l’autopsia a stabilire con certezza se si sia trattato davvero di un omicidio-suicidio e quando sia stato commesso.

 

 

 

 

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