Attacco hacker all’Abi: trafugati e messi online dati sensibili. I pirati hanno chiesto un riscatto
Numeri di carte di credito, certificati medici, informazioni che riguardano i dipendenti, numeri di telefono e organigrammi. Sono alcuni dei dati sottratti all’Associazione bancaria italiana (Abi) in un attacco hacker del gruppo ransomware Vice Society, un malware che crittografa i dati per renderli inaccessibili. I pirati, infatti, hanno violato il sito web e la rete interna dell’Abi. Poi hanno chiesto un riscatto per sbloccare le informazioni carpite e non renderle pubbliche.
Il ricatto degli hacker all’Abi
I pirati informatici hanno pubblicato l’annuncio con la richiesta di denaro insieme alle “prove” del materiale in loro possesso: screenshot che contengono informazioni finanziarie sensibili e documenti e dati riservati, comprese le specifiche dei dispositivi elettronici messi a disposizione dei dipendenti.
L’Abi: «Subiamo attacchi informatici da febbraio»
L’Abi, il cui sito oggi risultava difficile da consultare, con rallentamenti e pagine non raggiungibili, dal canto suo ha fatto sapere che «da febbraio è destinataria di attacchi informatici» e di aver presentato «le denunce alla Polizia postale e alle Autorità competenti». «L’Associazione – si legge ancora in una nota – ha già attivato tutte le azioni a propria tutela e di quella dei dati del personale e adottate tutte le misure per la messa in ulteriore sicurezza delle infrastrutture e dei dati».